Calcio giovanile, Daspo ai genitori hooligans:
«Dal prossimo campionato cartellino rosso per i violenti»
Fratelli d’Italia porta la questione in Parlamento. «Fenomeno sociale preoccupante»
Fratelli d’Italia chiede «punizioni esemplari» per i genitori dei piccoli calciatori che durante le partite dei loro figlioletti mettono in atto «comportamenti violenti e antisportivi» sugli spalti. Verrà discusso oggi alla Camera l’ordine del giorno presentato dai parlamentari Emanuele Prisco, Francesco Lollobrigida, Wanda Ferro e Gianluca Vinci. I deputati chiedono al governo di «adottare ogni iniziativa necessaria a tutelare l’ordine pubblico per contrastare i fenomeni di violenza in occasione delle manifestazioni sportive, stabilendo sanzioni efficaci per chiunque promuova, con il proprio comportamento, la violenza nello sport in generale e nel calcio in particolare». Secondo Prisco «la violenza dei genitori durante le manifestazioni sportive del calcio giovanile rappresenta un fenomeno sociale preoccupante» e proprio per questa ragione «i genitori non possono rimanere impuniti per comportamenti, anche penalmente rilevanti, che incitano alla violenza rovinando momenti importanti di aggregazione e di educazione». «Ci vogliono sanzioni esemplari a carico di quei genitori che si rendono colpevoli di comportamenti scorretti sugli spalti dei campetti – si legge in una nota di FdI -. Il rispetto dello sport, della competizione, delle regole di comportamento e dei valori morali e culturali deve essere sempre tutelato, non devono esistere zone franche dove poter tenere comportamenti violenti e diseducativi per i più piccoli». Fratelli d’Italia – si legge in una nota – sollecita l’intervento congiunto del Coni, della Figc e delle leghe calcistiche che ne fanno parte per individuare una soluzione comune al problema. «I genitori dei ragazzini devono impegnarsi ad avvicinare i propri figli allo sport promuovendo un’esperienza sportiva in grado di valorizzare le loro potenzialità – conclude il parlamentare umbro -. Il loro ruolo deve essere rispettoso delle esigenze e dei particolari bisogni dei minorenni, perciò adeguato ai loro processi di crescita che non devono essere sovraccaricati di eccessive pressioni derivanti da aspettative il più delle volte irrealizzabili».