(ANSA) – FIRENZE, 15 LUG – Rappresenta artisticamente il
percorso di crescita, riabilitazione e reinserimento sociale che
si può realizzare all’interno degli istituti penitenziari, il
murale inaugurato oggi alla casa circondariale Mario Gozzini di
Firenze, comunemente chiamata ‘Solliccianino’. ‘Libertà’ e ‘redenzione’ sono le parole scritte nelle bandiere che
sventolano sul ponte della nave rappresentata nel murale.
L’opera, che si intitola ‘La scritta che buca’, è nata
attraverso un processo partecipativo che ha coinvolto un gruppo
di detenuti e la sua realizzazione è stata affidata agli artisti
dell’associazione culturale Toscana Elektro Domestik Force. Il
progetto ‘La Scritta che Buca’, è stato spiegato oggi durante
l’inaugurazione, rientra nel percorso ‘Dal Giardino degli
Incontri agli Incontri nel Giardino: oltre il muro tra carcere e
città’, finanziato dall’Autorità regionale per la garanzia e la
promozione della partecipazione e coordinato dall’Università di
Firenze e dalla Fondazione Michelucci. Al taglio del nastro
erano presenti, tra gli altri, la direttrice di Sollicciano
Antonella Tuoni, il garante dei detenuti di Firenze Eros
Cruccolini, gli assessori comunali Tommaso Sacchi, Cosimo
Guccione, Sara Funaro il presidente del Quartiere 4 Mirko
Dormentoni. “Questo è un progetto di ampio respiro di
rigenerazione urbanistica – ha spiegato Tuoni
– per cambiare un po’ l’estetica del carcere perché siamo
abituati a vedere il carcere con le mura grigie. Poi vorremmo
mandare un messaggio all’esterno che le persone che sono dentro
il carcere sono cittadini che per un periodo della loro vita
dovranno stare in una situazione di limitazione della libertà
personale, ma non devono perdere le possibilità di noi cittadini
liberi anche di beneficiare di un’opera d’arte”. (ANSA).
Fonte Ansa.it