Nuova grana per Salvini: il razzismo c’è -e si vede-, ma tra rom. E il ministro “deve rigare dritto”.
Maria Lombardi, Il Messaggero
«Devono cacciare i romeni, quelli che puzzano e rubano, quelli che vivono nella monnezza. Qui c’ è gente brava, noi siamo italiani come te. Non diamo fastidio e nessuno. Qui ci rispettano e ci vogliono bene. Ci siamo cresciuti qui, questa è casa nostra». Qui nel quartiere dei Casamonica, alla Romanina. La signora con i capelli lunghi e la gonna nera fino a piedi s’allontana verso la fermata del bus, a due passi dal Roxy bar dove il giorno di Pasqua il gestore romeno e una ragazza disabile vennero aggrediti e picchiati.
Per il raid furono arrestati Antonio Casamonica, Alfredo, Vincenzo ed Enrico Di Silvio, famiglia imparentata con il clan sinti. A pochi metri c’è la strada delle ville, via Domenico Baccarini. Il cancello di quella di Nando Casamonica è aperto, il citofono non c’è. Lui non vuole essere disturbato. «Andate via o chiamiamo i carabinieri».
Al telefono Antonio Casamonica preferisce evitare polemiche: «Quello che ha detto Salvini non mi interessa e non commento». Parla Angela, anche lei della famiglia di origini rom: «Con noi Salvini deve rigare dritto. Non siamo criminali: siamo stati commercianti di cavalli, ora vendiamo macchine. Siamo rom ma nelle roulotte ci vivevamo cinquanta anni fa, oggi abbiamo case. Mica siamo come gli slavi. Se Salvini parla di loro fa bene a cacciarli. Cacciasse gli slavi, quelli di colore, gli immigrati, e pure i cinesi che sono tantissimi…».