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Ciclone mediterraneo, ‘clou’ tra domani e venerdì

L’ultimo, almeno in Italia, ha colpito la Sicilia un anno fa, e potrebbe ripresentarsi tra domani e venerdì, in tutta la sua intensità, sempre nell’isola e in Calabria, regioni già provate dal maltempo in questi giorni. Si tratta del ‘medicane’ (dalle parole inglesi MEDIterranean hurriCANE), l’uragano mediterraneo in cui rischia di trasformarsi il ciclone che ha appena colpito le due regioni, provocando allagamenti che hanno trasformato molte strade in fiumi, sommergendo le automobili e causando una vittima a Catania.

“Il vortice ciclonico che sta imperversando con estrema violenza sulla Sicilia orientale – informa il sito del team de iLMeteo.it – dopo una temporanea perdita di forza, da giovedì si rinforzerà ulteriormente e raggiungerà la Sicilia nel corso di venerdì. Dopo un mercoledì sicuramente meno piovoso per la Sicilia e di bel tempo sul resto d’Italia, da domani il ciclone si incamminerà verso l’isola con il rischio che diventi un pericoloso medicane”. “Se ciò dovesse concretizzarsi – precisa il sito iLMeteo.it – il maltempo diventerà davvero ancora pesante soprattutto sulla Sicilia centro-orientale, settentrionale e poi sulla Calabria ionica, che verranno sferzate da venti tempestosi, piogge battenti e insistenti per oltre 24-48 ore. Se giovedì pioverà diffusamente soltanto sulla Sardegna, sarà venerdì la giornata cruciale nella quale il possibile medicane, posizionato proprio sulla Sicilia, scatenerà tutta la sua violenza sull’isola e sulla Calabria ionica”. Il resto d’Italia invece è riparata dall’alta pressione. Attorno al centro depressionario i venti potrebbero soffiare con raffiche superiori ai 100 km/h generando intense mareggiate sulle coste.

Che cos’e’ il ciclone medicane

Secondo Flavio Galbiati, meteorologo di iconameteo.it, le onde potranno superare i 4-5 metri di altezza sullo Ionio. Il medicane, spiega Galbiati, “è un ciclone che si forma nel Mediterraneo ma ha caratteristiche simili a quelle di un ciclone tropicale, ed è caratterizzato dalla presenza di un “occhio” al centro della circolazione. Si tratta, in sostanza, di normali perturbazioni che, sopra le acque calde del Mediterraneo, si trasformano e cominciano a comportarsi un po’ come un vero e proprio ciclone tropicale. In particolare – aggiunge – spesso si forma un occhio centrale, cioè una zona, nel mezzo della tempesta, praticamente sgombra da nubi, proprio come si osserva negli uragani”. Secondo il meteorologo, tuttavia, “nonostante i fenomeni estremi a cui abbiamo assistito nelle ultime ore non è corretto, al momento, parlare di un vero e proprio medicane perché il ciclone non sta ancora ruotando intorno a un occhio ben definito”. Per Galbiati, la causa della maggiore frequenza e intensità di fenomeni così estremi è legata alla temperatura delle acque superficiali del mare, rese sempre più elevate dal cambiamento climatico. “Anche in questi giorni – rileva – le temperature della superficie mostrano anomalie che superano anche il grado rispetto alla media climatica proprio nel settore centro-orientale del Mediterraneo”.
   

Fonte Ansa.it

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