(ANSA) – ROMA, 10 APR – “In base a un ampio campione di bilanci di imprese (solo le società di capitali, pari a 1/3 del PIL e 55% degli occupati) è stato stimato, in uno scenario di fine epidemia a giugno, il fabbisogno di liquidità nel 2020 in 30 miliardi di euro, di cui gran parte necessari tra aprile e giugno”. Salgono a “80 miliardi in uno scenario pessimistico con fine epidemia a dicembre”. Lo stima il centro studi di Confindustria in un approfondimento sulla crisi di liquidità innescata dall’impatto dell’emergenza coronavirus. Sono stime che, indicano gli economisti di via dell’Astronomia, “vanno considerate prudenti”. “Senza moratoria sui prestiti (misura varata a marzo, per le pmi libere da sofferenze), queste cifre salgono a 42 e 107 miliardi”. Servono quindi “ingenti risorse pubbliche per fornire oggi liquidità alle imprese e rendere poi possibile la ripartenza, una volta terminata l’emergenza sanitaria. Cruciale è la tempistica: occorre agire subito, per evitare crisi di imprese già nei primi mesi”.