Nell’ultimo trimestre dell’anno vengono rinviati 20 milioni di visite ed esami. Negli ospedali italiani pubblici e privati l’ultimo trimestre finisce il budget. Così le prestazioni ambulatoriali slittano a gennaio. Un sistema “perverso” italiano
E’ consigliabile ammalarsi nel primo trimestre di ogni anno in Italia. Battute a parte, i numeri parlano chiaro: si passa da 189,6 milioni di prestazioni ambulatoriali del primo trimestre ai 170,5 milioni di ottobre, novembre e
dicembre, quasi 20 milioni in meno. Quindi, verrebbe da dire che con l’inizio dell’autunno la nostra salute migliora. Ma non è proprio così. Altri esempi. A Milano nei primi tre mesi dell’anno il 93% dei pazienti del pubblico e il 96% dei pazienti del privato riesce a fissare un appuntamento entro i tempi fissati sulla ricetta dal medico, ovvero dai 30 ai 90 giorni; nell’ultimo periodo dell’anno la percentuale scende di circa 3 punti (Rapporto Polis Lombardia). Si allungano i tempi di attesa, nonostante le prestazioni offerte siano meno. Altri numeri provenienti dal Dossier dicono: nel 2016 le prestazioni oculistiche erogate passano da oltre 17mila nel primo trimestre a 11mila nell’ultimo trimestre dell’anno. Nel 2017 le visite ortopediche nell’ultimo trimestre sono scese del 26%, le cardiologiche del 37%, le neurologiche del 33%, le pneumologi che del 39&, le dermatologiche del 50%. Il motivo? E’ solo contabile. Gli ospedali, soprattutto i privati convenzionati con il Servizio sanitario nazionale, ci curano finchè hanno soldi. Quando finiscono, come avviene ogni fine anno, chiudono le agende per le prenotazioni. Della serie “la lista d’attesa è troppo lunga. Ripasso l’anno prossimo”. Così accade per chi necessita di radiografie, ecografie, visite cardiologiche e ginecologiche. Ciò avviene perché le Regioni rimborsano le cure che vengono erogate ai pazienti sulla base di un budget definito struttura per struttura. Nel pubblico, i direttori generali che lo sforano rischiano di perdere il posto; invece i privati accreditati, una volta raggiunto il tetto di spesa, non vengono più rimborsati, dunque rischiano di rimetterci in proprio. (Corriere della Sera)

Foto sotto: il malato in Italia ha ancora diritti? (anteprima24.it)
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