Da Nord a Sud sindaci e presidenti di Regione valutano le misure da prendere contro gli assembramenti per fronteggiare la diffusione del Covid.
Informare con ” adeguati mezzi comunicativi”, sia le associazioni di categoria, sia la cittadinanza interessata, della chiusura di piazze e vie. E’ quello che chiede la circolare del Viminale. La misura va “tempestivamente anticipata” visto che dovrà essere “consentito comunque il libero accesso a esercizi commerciali e ad abitazioni private,e il conseguente deflusso”.Dovrà essere attuata con ordinanze del sindaco la chiusura di strade o piazze per arginare la diffusione del Covid, ma occorrerà valutare con “le competenti strutture di prevenzione sanitari” gli spazi urbani a maggior rischio assembramento. E l’attuazione di questo intervento “richiederà poi la più ampia collaborazione tra sindaco e prefetto”. Lo prescrive la Circolare del Viminale
“Dovremo prendere decisioni difficili, oggi pomeriggio ci sarà la prima riunione legata a queste situazioni difficili …. il centro storico e Sampierdarena saranno le zone più soggette alle nuove limitazioni”. Lo ha detto oggi a Genova durante un’iniziativa pubblica il sindaco Marco Bucci. In alcune zone di Genova “non si tratterà di veri lockdown, ma di eventuali chiusure all’assembramento di alcune zone della città che si predispongono all’affollamento. Valutiamo di impedire di poter sostare in alcune piazze e strade affollate in alcuni giorni della settimana”. E’ una delle misure allo studio confermata dal presidente della Regione Liguria Giovanni Toti. “Oggi pomeriggio vedremo le proposte del nostro comitato tecnico scientifico e di Alisa insieme al sindaco di Genova Marco Bucci – spiega -. Sarà una misura morbida per evitare che il contrasto alla pandemia uccida l’economia, vedremo di cosa ci sarà bisogno. I dati odierni ci confermano un gigantesco lavoro di tracciamento con oltre seimila tamponi e una circolazione importante del virus a Genova ma una sostanziale tranquillità nelle altre province”.
Piemonte, scuole superiori almeno il 50% con teledidattica – Gli ingressi e le uscite scaglionate a scuola non sono misure sufficienti a frenare il contagio tra gli studenti, arrivato in Piemonte a 1155 casi positivi in un mese. La Regione introduce così – come hanno anticipato i sindacati – l’obbligo per le classi dalla seconda alla quinta della scuola secondaria di secondo grado, di seguire per almeno il 50% dei giorni la didattica digitale a distanza, in alternanza con la presenza in aula. Il provvedimento fa parte dell’ordinanza che il presidente della Regione Alberto Cirio illustrerà nel tardo pomeriggio.
Lombardia, Pregliasco: coprifuoco non sufficiente per Milano – La richiesta del coprifuoco dalle 23 alle 5 fatta dalla Regione Lombardia al governo “credo non sia del tutto sufficiente per Milano”: lo ha detto il virologo e membro del Cts regionale Fabrizio Pregliasco, aggiungendo che “per densità di popolazione, interscambi lavorativi, i contatti legati alla tipologia abitativa di Milano, sicuramente è un malato più grave”. “E’ iniziata, in alcune scuole di Milano e dei territori di riferimento delle ATS della Brianza e Insubria, la sperimentazione dei tamponi antigenici rapidi il cui esito si ottiene in circa 15 minuti. L’obiettivo è quello di individuare e isolare velocemente tutti i potenziali casi positivi in una fase di particolare incremento della diffusione dei contagi”. Lo comunica il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana.
37 casi, Sestu chiude scuole e palestre – Da questa mattina le scuole e gli asili di Sestu, nella Città metropolitana di Cagliari, sono chiusi, così come i baby parking, le palestre, biblioteche e piazze attrezzate con giochi. Non solo. Sino al 29 sono sospese anche le manifestazioni culturali e sportive e tutti gli eventi pubblici e privati. Il “mini lockdown” deciso dalla sindaca uscente Paola Secci e rilanciato sulle pagine dell’Unione Sarda è legato all’impennata di casi di Coronavirus: passati da 15 a 37 in pochi giorni, ma con il timore che i contagi possano salire ancora tra i ragazzi. Domenica ci sono state comunioni e cresime e ieri è stato ricoverato con i sintomi del Covid uno dei parroci che aveva fatto la preparazione dei sacramenti e le confessioni.
Campania, da venerdì lockdown alle 23 – “Ci prepariamo a chiedere in giornata il coprifuoco. Il blocco di tutte attività e della mobilità da questo fine settimana in poi”. Lo ha annunciato il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca. “Volevamo partire – ha detto – dall’ultimo week end di ottobre ma partiamo ora. Si interrompono le attività e la mobilità alle 23 per contenere l’onda di contagio. Alle 23 da venerdì si chiude tutto anche in Campania come si è chiesto anche in Lombardia”. ”Credo che questo sia l’inizio di un’escalation che deriva dall’incapacità delle misure messe in atto fino ad ora. A questo punto c’è una responsabilità davvero conclamata, non si tratta più di essere d’accordo o meno”. Lo ha detto all’ANSA il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, commentando la decisione del presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, di chiedere al Governo il via libera per istituire il lockdown dalle ore 23 del prossimo venerdì. /p>
Veneto, all’orizzonte nessun coprifuoco – “Quello che abbiamo presentato oggi è un piano ospedaliero, su altre iniziative dettate da altri numeri e su cui c’è un dialogo a livello nazionale è un’altra partita. Oggi in Veneto all’orizzonte non c’è nessun pensiero di lockdown o di coprifuoco”. Lo ha detto ai giornalisti l’assessore regionale alla Sanità, Manuela Lanzarin. Il piano di sanità pubblica – è stato spiegato in conferenza stampa – è un piano di sicurezza passiva di fronte al numero di malati che cresce, mentre le decisioni su lockdown sono di sicurezza attiva.
Fonte Ansa.it