In un momento particolare come questo, soprattutto per i contenuti che riteniamo equilibrati, pacati e non offensivi, abbiamo deciso di pubblicare integralmente il testo di una lettera che un lettore, il sig. Ettore Vespa, ci ha inviato chiedendoci di pubblicarla lasciando ai lettori ogni conseguente considerazione.
Qui appresso trascriviamo integralmente il contenuto.
“Mio nonno, da piccolo, mi raccontava gli orrori della guerra da parte dei Tedeschi – qui in Italia -, le fucilazioni, i bombardamenti, il coprifuoco, la chiamata al fronte, il vivere tutta la famiglia – grandi e piccoli – in una casa composta da una sola stanza e come se non bastasse assieme con l’asino, il mulo od il cavallo, la povertà, la libertà che non c’era, l’accettare le decisioni stabilite da altri – a cui inopinatamente dovevi sottostare , pena il carcere -, la censura e così via . Con grande commozione mi raccontava anche di altri nonni che non hanno potuto raccontare nulla ai propri nipoti perché morti in guerra assieme a tanti altri che, invece hanno lottato contro il nemico per il nostro futuro, la nostra libertà ed il nostro benessere.
Ai racconti di mio nonno sono poi succeduti quelli di mio Padre che evidenziava l’enorme tristezza per le Stragi di Mafia, per i tanti scandali a partire da Tangentopoli e così via, per la dilagante Corruzione, per la Politica poco rappresentativa e quando poi nel 2002 entrò di scena l’euro con i suoi centesimi, il mio ricordo va alle sue parole: “Ricordati, Ettore, adesso che ci sono i centesimi dilagherà la povertà come al tempo di guerra che c’erano pure i centesimi”. Oggi grazie al Nonno ed al sacrificio di tanti altri Nonni viviamo una vita agiata in case confortevoli, apprezziamo i luoghi, possiamo essere di liberi di pensare ed agire, di pregare , ma soprattutto ,ci possiamo muovere liberamente e realizzare ogni tipo e genere di nostre ambizioni, dal lavoro al tempo libero.
Adesso, in questo particolare momento della mia vita, dove anch’io mi proietto a poter essere un giorno Nonno, penso a cosa potrò o dovrò raccontare ai mie nipoti. Se i ricordi di mio Nonno e di come siano stati vanificati i loro sacrifici pagati col sangue e la vita per la nostra conquista di libertà, di democrazia di benessere, o i ricordi di mio Padre e di una fiaba che si conclude in modo triste? O i miei ricordi di vita vissuta fino ad adesso e di come io e tutta la mia generazione abbiamo subito e continuiamo a subire passivamente decisioni ed ambizioni di altri unicamente ispirate ai propri tornaconti personali, il cui risultato è quello della società che oggi viviamo dove la ciliegina sulla torta è divenuta il Corona Virus che ci ha portato a vivere in uno stato d’essere molto vicino a quello dei nostri Nonni ai tempi della guerra.
Proprio sul Corona Virus, sebbene fino a qualche settimana fa non correvamo alcun pericolo e dalla sera alla mattina siamo diventati la seconda Nazione per numero di infettati dopo la Cina e Corea, non voglio aprire nessuna polemica, anzi al contrario, vorrei, di fatto, poter raccontare ai mie nipoti l’orgoglio dell’Italia che grazie all’azione di questo Governo ha prontamente fronteggiato quella che oggi è una Pandemia, salvaguardando la salute di tutti .
In cuor mio spero in questo epilogo, ma un dubbio atroce mi assale quando penso, così come tanti altri lo stanno pensando, ai numeri chiusi presso le facoltà di medicina mentre oggi si ricercano dottori ed infermieri, ai tanti ospedali che per ragioni … sono stati chiusi e/o accorpati con altre strutture, ai tagli sulla sanità, e così via.
Lo stesso dubbio mi assale quando penso, così come tanti altri lo stanno pensando, alla pressione fiscale sempre maggiore su famiglie ed imprese giustificata dalla lotta all’evasione, le vendite forzate all’asta di immobili per debiti, ai suicidi per indebitamento ma soprattutto quando penso al disavanzo e, quindi, al debito che ha l’Italia, e, quindi, il popolo Italiano, di oltre 30 mila euro procapite anche per chi ancora deve nascere.
Ma io mi domando: dopo che ho sempre lavorato dalla mattina alla sera alzandomi alle 5 e finendo alle 20 con oltre 15 ore di lavoro, facendo sacrifici, pagando mutui ultra ventennali per la mia casa e risparmiando come una formica per soddisfare bisogni quotidiani della mia famiglia, in cosa ho esagerato,quali spese sono state eccessive nei costi per essere responsabile di tutto questo disavanzo nel debito pubblico dopo che, addirittura guadagnando 100 euro è pagandone allo Stato 60 , il restante 40 mi è servito per vivere e soddisfare i bisogni primari della mia famiglia?
Oggi io ho una gran paura per via di questa pandemia, se è vero che è il problema . Ho paura, che la mia famiglia , oltre che rischiare di essere contagiata rischia la vita e se rischio di perdere economicamente tutto. Il Governo con i provvedimenti che ha adottato e che ci ha imposto di osservare, pena anche il carcere, sta salvaguardando il nostro diritto alla salute, ma spero anche mi salvaguardi ad una vita economicamente dignitosa.
Ma contrariamente a quanto detto sopra e riferendomi alla paura di perdere economicamente tutto, non riesco a trovare tranquillità rispetto a quanto politicamente dicano in concreto le misure che sono state adottate in questo ambito, perché mi si invita a rimanere a casa, la mia attività è ridotta quasi a zero reddito, con la rottamazione delle tasse di fine febbraio ho già raschiato il suolo ai miei risparmi, le bollette continuano ad arrivare, il mutuo da pagare, la carta di credito , le scadenze con i fornitori, la spesa per la mia famiglia per vivere e così via …….
COSA DEVO FARE? COSA MI ASPETTO IN CONCRETO DA PARTE DEL GOVERNO NELL’IMMEDIATEZZA E CONCRETEZZA DI TUTTO CIO’ CHE PROCLAMA RISPETTO AI 25 MILIARDI MESSI A DISPOSIZIONE PER OSPEDALI, FAMIGLIE IMPRESE E LAVORATORI AUTONOMI? LE SCADENZE SONO IERI E NON DOMANI E I FABBISOGNI SONO QUOTIDIANI E NON QUELLI DETTATI DAI TEMPI BIBLICI DELLA MACCHINA DELLA BUROCRAZIA.
Mi giro e rigiro per trovare soluzioni ma ciò che in questo momento mi da speranza è di coltivare, come pensiero felice una celebre frase del grande Magistrato Giovanni Falcone quando diceva: “Che le cose siano così, non vuol dire che debbano andare così… Solo che quando si tratta di rimboccarsi le maniche ed incominciare a cambiare, vi è un prezzo da pagare, ed è, allora, che la stragrande maggioranza preferisce lamentarsi piuttosto che fare”.
Traggo proprio spunto dal grande Magistrato Giovanni Falcone per trovare la forza di andare avanti e di poter raccontare questo ai mie nipoti e cioè DI VOLER RIMBOCCARMI LE MANICHE PERSONALMENTE PER ESSERE PROTAGONISTA DELLA MIA VITA, DELLA MIA SALUTE, DEI MIE DIRITTI, DEI MIE SACRIFICI semplicemente ricordando:
che, chi governa e, quindi, chi mi rappresenta deve sempre aver presente i sacrifici ed il sangue dei nostri nonni che hanno lottato e perso la vita in guerra, per il nostro futuro, la nostra libertà ed il nostro benessere;
che,chi governa deve essere da me legittimato ad assumere il mandato a farlo, come dice la costituzione;
che, chi governa assume una responsabilità giuridica nei mie confronti, pari a quella dell’amministratore di una società rispetto ai soci della stessa, nello svolgimento del mandato in quanto è inammissibile ed inconcepibile che io debba pagare con i mie sacrifici personali i suoi errori, le sue ambizioni i suoi interessi personali;
che la politica è per il bene incondizionato di tutti e non di pochi;
che la politica di chi governa non deve essere scollegata dai bisogni dei cittadini, delle imprese, dei professionisti, dei medici e di tutti quanti i lavoratori autonomi;
che la politica di chi mi governa sa bene, grazie alle autorità deputate, contro chi combattere la lotta all’evasione, ne conosce i nome e cognomi;
che la politica di chi mi governa deve rispettare la Magistratura e le Forze di Polizia che compongono l’Autorità Giudiziaria;
che la politica di chi mi governa non deve praticare azione di vendetta, molte volte trasversali, contro chi esercita la propria libertà di pensiero nel rispetto della legge e della costituzione per farlo tacere attraverso il tentativo di mirati controlli, processi ed altro ancora e, quindi, detronizzarlo ed annullarlo;
che la politica di chi mi governa non deve essere repressiva e di controllo spietato ma di accompagno al buon esempio di progresso sociale, umanitario, etico e solidaristico.
Io,oggi sono in prima linea, sostenuto da tanti altri mie amici, conoscenti e colleghi imprenditori e, in questi giorni, stiamo discutendo “SBRACCIANDOCI” le maniche verso questi obiettivi sperando che qualcuno, con metodi ben noti, nel frattempo non ci annulli come il Corona Virsus sta cercando di fare.”
CON IMMENSO CORAGGIO E DETERMINAZIONE VERSO IL CAMBIAMENTO, VI PREGO “SBRACCIAMOCI”
ETTORE VESPA