Nel 2019 uomini e donne devono fare i conti con un problema psicologico che, con tutta probabilità, non sanno nemmeno di avere: la psicoterratica. Il termine, coniato per la prima volta nel 2000 dal professore e filosofo australiano Glenn Albracht, indica lo stato di malessere in cui si incappa quando ci si allontana troppo dalla natura. Alla base della psicoterratica ci sarebbe dunque una teoria secondo cui l’ambiente e la salute mentale sono strettamente connessi.
Il potere della natura
A parlare in modo dettagliato di questa sofferenza è in particolare Julia Plevin, autrice del libro in uscita a marzo “The Healing Magic of Forest Bathing”. La scrittrice afferma di aver sofferto lei stessa di psicoterratica negli anni in cui ha vissuto a New York per studiare design. Plevin racconta che quegli enormi grattacieli grigi e la scarsità di verde la facevano sentire depressa e ansiosa. Così ha iniziato a interessarsi alla psicoterapica e alla relazione che intercorre tra spazio, natura, salute e design. Una volta tornata a San Francisco per lavorare nella Silicon Valley si è sottoposta a una terapia miracolosa per il suo stato d’animo: lunghe passeggiate nella foresta. Julia Plevin si è ‘rinselvatichita’ pian piano, trascorrendo molto tempo all’aria aperta, soprattutto tra gli alberi. La scrittrice ha poi fondato un’associazione: la San Francisco Forest Bathing Club che in pochi mesi ha registrato più di 500 iscritti.
Cosa c’è di nuovo
La passeggiata tra gli alberi è una terapia che in Giappone risale al 1982, quando il governo introdusse il concetto di “shinrin yoku”, “l’immersione nella foresta”, con cui incitava i cittadini a fare uso dei quasi 5.000 chilometri di boschi per migliorare il proprio stato d’animo. Tomohide Akiyama, allora direttore dell’agenzia forestale giapponese, intuì che gli alberi facevano sentire bene le persone, mentre la distanza dalla natura le faceva stare male. A quel punto i ricercatori giapponesi provarono a quantificare questa teoria, studiando il potere curativo degli alberi. Scoprirono così che l’effetto rilassante è causato dall’esposizione agli oli essenziali, chiamati fitoncidi. Questi oli antimicrobici proteggono gli alberi dai germi e hanno effetti positivi anche sugli uomini: rafforzano il sistema immunitario, riducono la pressione sanguigna, lo stress, l’ansia, migliorano la sonnolenza e la creatività.
Dal 2004 al 2012 il governo giapponese ha speso 4 milioni di dollari nello studio degli effetti psicologici e fisiologici dell’immersione della foresta, mettendo a punto 48 terapie. Dopo il Giappone anche la Finlandia, gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e il Canada hanno puntato sul potere degli alberi, anche come attrazione turistica.
Dalla psicoterratica all’ecoagnostica
Psicoterratica non è l’unico termine a entrare nel dizionario del filosofo Albrecht, Earth Emotions: New Words for a New World, che verrà pubblicato dalla Cornell University Press. Il vocabolario include anche parole come “ecoagnosticismo” (per indicare l’ignoranza o l’indifferenza nei confronti dell’ecologia) e solastalgia una sorta di nostalgia “che si prova quando l’ambiente intorno a te cambia in peggio”.
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