Oggi, alle ore 15, giovani laureati in psicologia, farmacia e biologia manifesteranno a Piazza Montecitorio per chiedere, così come fatto per i medici tramite il Dl Cura Italia di marzo, che l’esame di Stato previsto per l’accesso alle rispettive professioni venga tramutato nel riconoscimento del tirocinio svolto, nel pieno rispetto delle norme vigenti e considerando che si tratta di professioni sanitarie, ben consapevoli che l’abolizione degli esami di abilitazione risulterebbe anticostituzionale. La richiesta, che sarà portata al Governo Conte, arriva da oltre 7.000 laureati che si sono raccolti in un comitato per far valere le loro istanze.
“Non ci sentiamo minimamente tutelati dalle Istituzioni che dovrebbero rappresentarci, primo tra tutte il Miur che in questi mesi di emergenza sanitaria dovuta alla pandemia di COVID-19 ha più volte modificato le indicazioni per gli esami di Stato senza tuttavia considerare minimamente la nostra opinione in merito. In particolare, il 29 aprile scorso è stato approvato e pubblicato in Gazzetta Ufficiale il DM n. 57/2020 che trasforma l’esame di Stato di abilitazione all’esercizio delle nostre professioni, per la prima sessione dell’anno 2020, in un’unica prova orale svolta con modalità a distanza omnicomprensiva di tutte le materie previste nell’esame di stato canonico. Nel bando pubblicato dalle Università intanto emergono particolari scandalosi. Viene ad esempio specificato che nel caso le connessioni internet saltassero durante il colloquio d’esame, spetterà alle commissioni esaminatrici valutare l’eventuale bocciatura del candidato.
Siamo pronti ad intraprendere ricorsi legali in quanto un esame che normalmente si svolge in più di 3 mesi con prove intervallate da finestre temporali di più settimane adesso viene accorpato e svolto in un colloquio telematico di cui non conosciamo neppure le tempistiche. Un colloquio telematico che viene a costare a noi candidati in alcune sedi universitarie oltre i 400 euro, in un momento di totale crisi economica. Ci sentiamo presi in giro dalla politica e non considerati da chi dovrebbe rappresentarci.
Lo comunica in una nota la rete di laureati in Psicologia, Farmacia e Biologia.