Parla il presidente dell’Unione Nazionale Giovani Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili: “I nodi vengono al pettine, misure di sostegno inadeguate per cittadini, imprese e professionisti”.
“La Fase-2 dell’emergenza Covid-19 è iniziata nel peggiore dei modi, con errori macroscopici da parte del governo. Purtroppo, proprio nel momento della ripartenza tutti i nodi sono venuti al pettine: nel corso del discorso del Premier Giuseppe Conte abbiamo ascoltato troppi slogan, come il ‘basterà un click’ che mal si concilia con l’amministrazione pubblica italiana. Si annunciano inoltre interventi a sostegno di imprese e professionisti che sono tali soltanto sulla carta, e vengono chiesti sacrifici agli italiani promettendo l’azzeramento dell’Iva sulle mascherine, dimenticando che rispettare i protocolli ha un costo. Sono inadeguate anche le misure per la gestione dei figli. Per mettere in atto vere riforme, quelle promesse dal governo insieme alla tanto auspicata semplificazione, noi crediamo che servano nuove idee. I giovani professionisti, che vivono ogni giorno al fianco degli imprenditori, sono pronti a dare un contributo: al governo chiediamo di ascoltare le nostre idee”. Lo ha affermato Matteo De Lise, presidente dell’Ungdcec (Unione Nazionale Giovani Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili) esprimendo viva preoccupazione per la ripresa delle attività economiche.
“Sono numerose le note dolenti. Nel corso della nuova ‘puntata’ di quella che è diventata la saga televisiva più appassionante di questo periodo – ha aggiunto -, il Presidente del Consiglio, con tono trionfale, ha evidenziato come l’Inps abbia ricevuto tra gennaio e marzo 109 mila domande di reddito di cittadinanza e bonus cittadinanza in più. Si tratta di un successo di una (quantomeno controversa) misura di assistenzialismo, citarla mentre si parla di ripartenza del Paese ci ha lasciato interdetti, per quanto poi nel discorso si sia cercato di correggere il tiro”.
Per quanto concerne la parte che riguarda le imprese, De Lise ha evidenziato: “Oltre a indicare le date ipotizzate per le riaperture, il Capo del Governo anticipa un nuovo decreto (e visti i molti Dpcm pubblicati giorni dopo i relativi annunci, vien da pensare che il primo ministro voglia creare nel pubblico una inedita ‘suspence’: l’anticipazione dell’anticipazione) con interventi a sostegno delle imprese per 55 miliardi, il che stride fortemente con la dichiarazione secondo cui sarebbe stato un successo aver erogato a lavoratori autonomi, professionisti il bonus di 600 euro per complessivi 3 milioni di euro. Ma come sarebbe? Avevamo 55.000 milioni (i 55 miliardi) da usare e abbiamo dato solo 3 milioni ai professionisti e nemmeno a tutti?”.
Il sindacato dei giovani dottori commercialisti ha sottolineato inoltre una enorme lacuna per quello che riguarda la gestione dei figli: “Le misure attuali non sono sufficienti: la nostra categoria non si ferma mai, gli adempimenti rallentano ma sono inesorabili, motivi per cui occorrono forti incentivi per consentire a tanti giovani commercialisti con figli di portare avanti il proprio lavoro”.
“Ancora, il professor Conte fa riferimento ad un nuovo protocollo che le imprese dovranno rispettare per le aperture, ma l’attenzione si incentra sui prezzi delle mascherine per i cittadini e l’azzeramento dell’Iva relativa. Viene invece tralasciato l’aspetto che è sotto gli occhi di tutte le attività economiche: rispettare i protocolli ha un costo. Ben venga quindi un protocollo migliorato, ma esso deve essere accompagnato da adeguate misure di sostegno”.
E poi, le riforme. “Chiunque faccia il nostro lavoro – ha osservato il numero uno dei giovani commercialisti italiani – ormai si mette le mani nei capelli quando sente parlare di riforme e di semplificazione, poiché l’esperienza ci insegna che essa sia sempre andata nella direzione di semplificare le cose per lo Stato, a spese dei cittadini. Il Premier ha dichiarato che l’Inps ha fatto un’attività straordinaria in un mese che in tempi normali sarebbe stata processata in 5 anni. Senza nulla togliere a tale sforzo dell’Inps, dobbiamo ammettere – ha rimarcato De Lise – che un brivido ci ha percorso la schiena quando il Presidente ha parlato di rinnovare automaticamente il bonus di 600 euro (senza bisogno di riferirsi all’avvio catastrofico delle domande sul sito dell’Inps il quale inizialmente non ha retto l’impatto informatico delle istanze tanto da spingere i vertici a parlare di un attacco hacker)”.
“Se si vuole davvero migliorare, non serve il click, occorre che si semplifichi la vita ai cittadini, che si dia un vero segnale di cambio di rotta: ad esempio, prendiamo la controversa disposizione che ha posticipato i versamenti delle imposte di 4 giorni e che “in cambio” ha allungato di 2 anni la possibilità di essere accertati, e nel stralciare tale norma proviamo anche a ribaltarla riducendo (rispetto alla normativa 2019, per intenderci) di 2 anni i periodi accertabili. Questo sarebbe un bel segnale di cambio di direzione. Nessuno sconto agli evasori, non un condono, semplicemente una richiesta all’Agenzia delle Entrate di svolgere più velocemente la propria attività”.
L’Ungdcec – ha spiegato De Lise -, ha un “grandissimo bacino di idee che potrebbero davvero migliorare l’economia e l’attività delle imprese e dei professionisti nostri clienti. ‘Utili al Paese’ è stato uno slogan della nostra categoria e come sindacato dei giovani commercialisti non vediamo l’ora di poterlo dimostrare sul campo, siamo quindi a disposizione delle istituzioni che vogliano ascoltare le idee di oltre 10.000 giovani professionisti il cui lavoro è essere accanto alle imprese ogni giorno, a fianco degli imprenditori. Perché se qualcosa davvero può sbloccare l’Italia – ha concluso De Lise – è un simile patrimonio di cultura economica che troppo spesso è stato ignorato. E se ami l’Italia, mantieni le distanze, ma ascoltane le idee”.