Carissimi comandanti e politici,
“Quello che conta nel nostro ambiente, non è la forza di chi inneggia al combattimento in tempo di
pace e lontano dalle trincee, per noi è vitale la lealtà e il coraggio di chi ci sta al fianco sul campo
di battaglia nel momento dello scontro”.
“Messaggio rivolto ai Vertici militari, alla Commissione Difesa e al suo Presidente Gianluca Rizzo,e alla politica tutta.
Questo in funzione del fatto che proprio nel momento del massimo sforzo messo in campo dagli uomini e dalle donne del Comparto Difesa e Sicurezza, ovvero nel momento di massima distrazione sociale, è stata presentata una proposta di legge finalizzata a creare un’impunità nei confronti di quei Vertici o Comandanti rei di aver causato il contagio al loro personale a causa di ordini coscientemente errati, ovvero ad una mancata tutela della salute dello stesso.
A tale proposta nessun vertice militare si è opposto o ha avuto qualcosa da obiettare.
Se tale proposta fosse ratificata, ogni comandante o dirigente potrebbe liberamente e serenamente
emanare ordini in totale violazione delle norme sulla prevenzione dei contagi, quindi, causare con
tale razionale comportamento il contagio da virus Covid-19 al proprio personale, senza pagarne le
conseguenze.
Non mi sembra un buon modo di tutelare il proprio personale, nemmeno di motivarlo verso il delicato e pericoloso servizio al quale voi stessi lo state comandando, tanto meno di evidenziare i due valori intrinsechi nell’ uniforme che indossiamo o nel ruolo istituzionale che rivestite, quale, senso dello Stato, onore, cameratismo, solidarietà e lealtà.
Il virus non conosce confini, Stati, lingue, sesso, sovranità o religioni.
Infetta tutti, senza rispetto per ruoli o gerarchie.
E di questo noi militari ne siamo ben coscienti, visto che molti dei nostri vertici si sono ammalati.
Ovviamente a loro, come a tutti gli altri cittadini, rivolgiamo i nostri auguri di pronta guarigione.
Ma questa loro condizione gli sta permettendo di vivere sulla pelle cosa voglia dire essere “uno dei tanti” “uno tra i tanti”.
Questo perché stanno vivendo le stesse angosce e paure del proprio personale, ma privi di tutti quei
privilegi solitamente garantiti dal loro grado o ruolo.Da questa situazione di sofferenza e di pericolo, i nostri vertici ancora troppo sordi verso le reali sofferenze e necessità del proprio personale, potrebbero finalmente capire che TUTTI devono pensare al proprio compagno prima ancora che a sè stessi, indifferentemente dal grado rivestito dall’ incarico ricoperto.
Poiché, sul campo di battaglia, lontani dalle comode scrivanie e dai solerti e disinteressati collaboratori, l’ultimo soldato in fondo a destra, prima o poi, potrebbe essere quello che vi salverà la vita.”
Carissimi comandanti e politici,
“Quello che conta nel nostro ambiente, non è la forza di chi inneggia al combattimento in tempo di
pace e lontano dalle trincee, per noi è vitale la lealtà e il coraggio di chi ci sta al fianco sul campo
di battaglia nel momento dello scontro”.
Presidente Assomilitari
Maresciallo Carlo Chiariglione
#Nessunorimaneindietro