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Covid, al Trivulzio di Milano 64 dipendenti positivi

Sessantaquattro dipendenti positivi al Covid su un totale di 551 e 20 “in attesa di referto”. Lo si legge nell’ultimo bollettino del Pio Albergo Trivulzio di Milano dove si spiega, però, anche che “in considerazione dei falsi positivi risultati tra i pazienti l’azienda sta provvedendo” a sottoporre a “nuovo tampone anche il personale asintomatico risultato positivo” entro domani. Sui quasi 900 pazienti totali risultano 7 positivi in totale, ma si segnala, infatti, che ci sono stati almeno 45 casi di falsi positivi, poi risultati negativi. 

Nell’ultimo bollettino dell’istituto milanese per la terza età, diventato uno dei luoghi simbolo delle morti di anziani della scorsa primavera e finito anche al centro di un’inchiesta della Procura di Milano, viene riportato “l’esito dello screening sui pazienti per la settimana 27 ottobre – 2 novembre” e anche sui dipendenti.  Nell’ultimo monitoraggio della settimana tra il 12 e il 16 ottobre 14 pazienti erano risultati positivi e cinque dipendenti contagiati. Ora dai nuovi dati emerge che sui 727 pazienti totali (non quasi 900, come scritto in precedenza) nelle varie strutture del Trivulzio sono risultati positivi in 7 e 12 sono in attesa di referto. E ci sono stati anche 45 falsi positivi, poi risultati negativi.

Tra i dipendenti, invece, quasi il 12% sono risultati positivi, ossia 64 su 551, ma, spiega l’azienda, serviranno nuovi test proprio perché su molti anziani ospiti e pazienti ci sono stati esiti di falsa positività. Dal 9 ottobre il Trivulzio ha chiuso alle visite ai parenti e sta portando avanti da settimane un maxi screening con tamponi su tutti gli ospiti e gli operatori sanitari. “Dal 4 novembre – si legge ancora – è ripartito lo screening per i sanitari che eseguiranno ogni 15 giorni triage e tampone”.  “Ancora una volta la situazione del Pio Albergo Trivulzio – aveva spiegato il virologo Fabrizio Pregliasco, consulente tecnico scientifico del Pat, a fine ottobre – è direttamente influenzata dall’ampia diffusione del coronavirus nella comunità”.

Fonte Ansa.it

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