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Covid: Marche, primi due casi Italia variante newyorkese

(ANSA) – ANCONA, 24 MAR – Il Laboratorio di Virologia
degli Ospedali Riuniti di Ancona – Univpm, nell’ambito della
sorveglianza epidemiologica molecolare, ha identificato ieri, in
due tamponi provenienti da Pesaro Urbino, una “variante finora
non descritta in Italia”: si tratta della variante che era stata
identificata a New York a novembre (era stato attribuito il nome
di “B.1.526”) e che si è diffusa gradualmente negli Usa. “Al
momento – spiega il prof. Stefano Menzo, direttore del
Laboratorio di Virologia – non ci sono evidenze scientifiche
sull’eventuale capacità di questa variante di evadere la
risposta neutralizzante suscitata dagli attuali vaccini”.
    La sorveglianza epidemiologica molecolare è “effettuata a
campione randomizzato sui tamponi positivi provenienti da tutte
le Marche”. I due tamponi nei quali è stata identificata la
variante ‘Newyorkese’ riguardano “due persone non apparentemente
correlate, provenienti dalla provincia di Pesaro Urbino”. La
variante “è stata identificata – spiega il prof. Menzo – tramite
sequenziamento nucleotidico della proteina Spike e confrontata
con i database internazionali. Si tratta di una variante che era
stata identificata a New York negli Stati Uniti a novembre (a
cui è stato attribuito il nome di B.1.526), – prosegue – e che
si è poi diffusa gradualmente in quel paese, costituendo
attualmente oltre il 12% dei contagi a New York”.
    “La variante – aggiunge il direttore del Laboratorio di
Virologia Ospedali Riuniti-Univpm – è caratterizzata dalla
mutazione E484K, che insiste sul sito di legame con il
recettore, oltre ad altre 5 mutazioni aminoacidiche sulla stessa
proteina. Al momento non ci sono evidenze scientifiche –
conclude – sull’eventuale capacità di questa variante di evadere
la risposta neutralizzante suscitata dagli attuali vaccini”.
    (ANSA).
   

Fonte Ansa.it

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