(ANSA) – CAGLIARI, 12 NOV – Un dottore in trincea: sia per i
malati sia per la causa palestinese. È il primo medico scomparso
in Sardegna per Covid. E il suo ordine professionale, a sette
mesi dalla sua scomparsa, lo ha voluto ricordare con
l’intitolazione di un ulivo. Che da oggi si chiamerà l’Ulivo di
Nabeel.
“Caduto per Covid 19 nell’esercizio della sua professione”, si
legge nella targa “battezzata” oggi alla presenza dell’assessore
della Sanità Mario Nieddu, del presidente dell’Ordine dei medici
Raimondo Ibba e dei rappresentanti della comunità palestinese in
Sardegna.
Primo morto a causa del coronavirus tra i medici di famiglia in
Sardegna, è scomparso lo scorso aprile a 62 anni. Era in
servizio da fine febbraio a Tonara, ma è stato storica guardia
medica ad Aritzo.
Era stato ricoverato dagli inizi di marzo all’ospedale
Santissima Trinità di Cagliari. Poi l’aggravamento dello stato
di salute e la morte. Commosso il ricordo della giovane collega
Amneh Al Omary, sarda, ma di origini giordane. “Mi ha seguito
all’inizio della sua carriera – ha raccontato durante la
cerimonia all’Ordine dei medici – mi ha insegnato tante cose. E
mi ha insegnato soprattutto che il paziente non è un corpo a cui
appoggiare uno stetoscopio, ma una persona che soffre. Perché
lui aveva un cuore grande”.
Anche il presidente dei medici ha ricordato la figura di Nabeel.
“Siamo addolorati perché non è più con noi – ha detto Ibba – ma
quello che ha fatto rimane. Chi lo ha conosciuto non ha potuto
fare a meno di apprezzarlo per il suo impegno. Un uomo che
correva da una parte all’altra per le sue missioni, la cura dei
pazienti e la causa palestinese”. (ANSA).
Fonte Ansa.it