Il nostro campionato da anni è sceso di livello
In questi giorni, molti opinionisti sostengono che con il possibile arrivo di Cristiano Ronaldo alla Juventus il calcio mercato di casa nostra stia tornando ai fasti di un tempo, quando i re del pallone sceglievano il nostro campionato perché ritenuto il più bello del mondo. Questo motto veniva ripetuto come un mantra da giornali e televisioni: “il campionato più bello del mondo”, “il campionato più bello del mondo”, “il campionato più bello del mondo”…
E come un mantra ci ha convinti per anni che fosse vero.
Poi “il campionato più bello del mondo” si è sgonfiato come un vecchio super santos o un super tele quando incontrano un ramo o un semplice sasso. I super santos e super tele sono i palloni che hanno colorato e colorano l’infanzia di milioni di bambini. Palloni dai costi contenuti, in vendita sulle spiagge o nei bazar dei luoghi di villeggiatura, alla cui visione generazione di bimbi hanno detto al padre: “me lo compri?”
I super santos e i super tele sono leggerissimi, essendo fatti di semplice plastica gonfiabile, e soggetti a facili rotture. Così come donano un sorriso, se lo riprendono alla stessa velocità, trasformandolo in pianto.
Il nostro calcio, o meglio “il campionato più bello del mondo”, ha fatto la fine di uno di questi palloni. Agli anni d’oro dei vari Maradona, Zico, Platini, Falcao, Gullit, Van Basten, Rummenigge, fino a Ibrahimović, ultima stella venuta da noi in età giovanile, sono succedute le stagioni dei mercati in tono ridotto e dei fallimenti. Fiorentina e Napoli hanno conosciuto il disonore del fallimento e della serie C. Lazio e Roma hanno sfiorato il fallimento. L’Inter e il Milan, dopo anni di platino, sono finiti in mani straniere con bilanci precari. La Juventus ha conosciuto l’onta della serie B, per lo scandalo Calciopoli, e, una volta tornata in serie A, è stata l’unica squadra a reggere il passo con le big del resto del continente.
Proprio la Juventus potrebbe avvalersi delle prestazioni di Cristiano Ronaldo, avvicinandosi ancora di più alle migliori d’Europa e scavando un solco ancora più profondo tra sé e le altre italiane. L’arrivo del portoghese indicherebbe un ritorno alla gloria del passato per il nostro calcio? Assolutamente no. CR7 con la maglia bianconera sarebbe un bellissimo dono ai tifosi juventini ma non migliorerebbe lo stato di salute del mondo del pallone nazionale.
La salute del nostro campionato potrebbe trarre giovamento da un miglioramento complessivo di tutte le squadre con, per prima cosa, una più equa redistribuzione dei diritti televisivi e con una sburocratizzazione per la costruzione degli stadi di proprietà. In Italia molti investitori stranieri hanno paura a mettere i loro soldi nel calcio per la difficoltà nel costruire nuovi impianti. Il divario enorme tra la Juventus e le altre, in realtà le pochissime altre che provano a darle fastidio (Napoli, Roma e Inter, il Milan non si sa ancora che fine farà), è dato soprattutto dalla stadio di proprietà che permette alla vecchia signora di beneficiare di entrate nettamente superiori rispetto alle rivali. Entrate che l’arrivo di Ronaldo potrebbe far lievitare grazie alle sponsorizzazioni e alle amichevoli internazionali dove il campione portoghese sfilerebbe in passarella.
Il nostro calcio avrebbe bisogno di una crescita collettiva di tutto il movimento, non dell’ulteriore rafforzamento della squadra più forte. Chiaramente, non si può negare alla Juventus di comprare CR7, ma bisognerebbe mettere in condizione le altre società di essere più competitive. Un campionato dove da sette anni vince, quasi sempre senza storia, la solita squadra fa bene solo alla Juventus e ai suoi tifosi. Non a caso il nostro calcio sta conoscendo una crisi profonda con la nazionale che ha fallito la qualificazione ai mondiali di Russia.
Le soluzioni per uscire da questa situazione ci sarebbero, ma i nuovi vertici federali sono intenzionati a percorrerle?