(ANSA) – VENEZIA, 10 LUG – Anche a causa degli effetti
economici della pandemia, le segnalazioni sospette di
riciclaggio segnalate dalla Banca d’Italia sono in aumento:
113.187 nel 2020 (+7% sul 2019). Lo rileva la Cgia di Mestre
osservando che oltre il 99% di queste “denunce” sono per
operazioni di riciclaggio di denaro, molto probabilmente di
provenienza illegale e solo lo 0,5%, invece, riconducibile a
misure sospette di terrorismo e proliferazione di armi di
distruzione di massa. Le situazioni più critiche nelle province
di Prato (352 segnalazioni ogni 100 mila abitanti), di Milano
(331,3), di Napoli (319,6), di Roma (297,9) e di Caserta
(247,5). Le province meno coinvolte, invece, sono state: Nuoro
(76), Viterbo (75,5) e Sud Sardegna (57,8). La Cgia spiega che
le infiltrazioni delle organizzazioni criminali nel tessuto
produttivo del Paese avvengono sempre più spesso attraverso il
ricorso ad attività usurarie o estorsive nei confronti di
attività che, rispetto ad altre, hanno più risentito della crisi
pandemica. Le denunce fatte in riferimento ai reati contro il
patrimonio sono diminuite in misura significativa: estorsioni
(-6%); danneggiamenti (-15,4%); rapine (-18,1%); ricettazione
(-26,5%); furti (-32,9%); contraffazione (-43,5%). Aumentate le
truffe/frodi informatiche (+14,4%) e l’usura (+16,2%). Secondo
l’Istat il giro d’affari della criminalità organizzata in Italia
ammonterebbe a 19,3 mld (dato del 2018) , per l’Università
Cattolica Sacro Cuore-Transcrime sfiorerebbe i 30 mld (anno
2014) . Per la Banca d’Italia l’economia illegale tra il 2005 e
il 2008 potrebbe aver pesato per oltre il 10% del Pil: attorno
ai 170 mld. (ANSA).
Fonte Ansa.it