Gravata da pesanti perdite di bilancio, la curia riminese sta alienando diversi beni, tra cui la Chiesa di Sant’Agnese, che sarà ceduta alla comunità romena. E non è la prima volta che cattolici e ortodossi fanno affari nel capoluogo romagnolo
Chiese in vendita nel riminese, dove la crisi del culto è diventata un problema non solo di coscienze. L’emorragia di fedeli, che riguarda il mondo cattolico in tutta la Penisola, rappresenta per la diocesi di Rimini anche una grave perdita di bilancio, quantificata nel 2014 in 36 milioni di euro e ridotta, negli ultimi tre anni, a 22,5 milioni. Come? Seguendo un’attenta gestione delle economie e, soprattutto, attraverso le alienazioni. L’ultima in ordine di tempo è una cessione per 80mila euro al Comune di terreni interessati dalla realizzazione delle fogne, ma l’incasso ben più significativo che la curia guidata dal vescovo Francesco Lambiasi sta per realizzare è la vendita della chiesa di Sant’Agnese: ubicata nella centralissima via Garibaldi del capoluogo romagnolo, sarà ceduta alla comunità rumena, di fede ortodossa. “Stiamo perfezionando gli atti, ma è tutto fatto – rivela a il Resto del Carlino don Danilo Manduchi, economo della diocesi riminese – È stata una scelta naturale: la chiesa ortodossa della comunità romena aveva necessità di spazi più grandi”. Completamente distrutto durante la seconda guerra mondiale (come buona parte della città romagnola), l’edificio venne restituito alla collettività nel 1953, ma dal 2010 al suo interno non vi si celebra più messa, come del resto accade in tantissimi altri luoghi sacri della città.
Ma Sant’Agnese non è la prima cessione della chiesa cittadina alla comunità ortodossa. Il primo luogo di culto ceduto agli ortodossi è stato quello che una volta era la parrocchia del quartiere Celle, “Santa Maria Maddalena” che qualche tempo fa è stata acquistata per una cifra considerevole (pare tra il mezzo milione e il milione di euro). Qui padre Serafino Corallo, ‘rettore del protopresbitero del trono ecumenico’ accoglie a ogni funzione centinaia se non migliaia di fedeli provenienti prevalentemente da paesi dell’est come Ucraina, Moldavia, Russia e Georgia. “Nelle festività di Pasqua arrivano anche 2500 persone” racconta il prelato, soddisfatto di poter usufruire di una struttura congrua al numero di credenti praticanti, tutti ovviamente residenti in Italia. Ma la chiesa ortodossa come ha trovato i fondi necessari? La risposta da parte di padre Serafino pare scontata: “Grazie alle donazioni e dai fondi dell’otto per mille che riceviamo dal 2014″.
L’ex chiesa dedicata a Santa Maria Maddalena è oggi per gli ortodossi cattedrale di Rimini e San Marino nonchè sede vescovile. “Questa è la seconda cattedrale più importante dopo Venezia” prosegue il padre ortodosso che attualmente celebra messa in varie strutture spingendosi fino a Fano, nelle Marche. “Abbiamo ottimi rapporti con la chiesa cattolica – continua – stiamo preparando insieme la Settimana dell’unità dei cristiani in gennaio”.