Orlandi (vincitrice): “La notizia di aver vinto il premio AVUS è arrivata in un momento senza dubbio particolare dato che il coronavirus sta creando scompiglio e sofferenza nella vita di tutti, compresa la mia famiglia, ma la quarantena – che sto trascorrendo in Abruzzo – è anche un’occasione preziosa per riflettere meglio sul senso da dare a questa vittoria”.
Bianchi: “In assenza della fiaccolata abbiamo creato un video con testimonianze”
Un meraviglioso video con voce narrante del giornalista Umberto Bracilli, le testimonianze di chi si salvò, ma anche di chi come Giustino Parisse perse la famiglia. https://www.youtube.com/watch?
Orifici (Vice – Presidente SIGEA): “La SIGEA e l’AVUS hanno scelto, nel rispetto del proprio ruolo sociale, di unire le proprie esperienze e le proprie competenze per raggiungere lo stesso obiettivo: lavorare per la mitigazione del rischio sismico. Il Coronavirus testimonia l’importanza della comunità scientifica e della conoscenza”.
“La vincitrice del Premio Avus 2009, dedicato a tutti i ragazzi che persero la vita la notte tra il 5 ed il 6 Aprile a L’Aquila è Cristina Orlandi, 27 anni del Politecnico di Torino, abruzzese di Roccamontepiano con una tesi su strutture e socializzazione tra Onna e Paganica”. Lo ha annunciato Sergio Bianchi, Presidente dell’Associazione Vittime Universitarie del Sisma (AVUS 200).
“Il coronavirus non ferma noi, genitori di quei meravigliosi ragazzi che con le loro intelligenze e fantasie avrebbero dato un contributo vero, concreto di crescita all’Italia. Crediamo nei giovani, vogliamo che loro siano la luce vera di questa Nazione e siamo pronti ad incoraggiarli ora e sempre”. Sergio è il papà di Nicola che quella notte lasciò genitori ed affetti su questa Terra. Alle 3 e 32 ben 309 vite spezzate per sempre, l’Italia non dimentica.
“E’ un momento particolare per l’Italia. Vivo a Torino ormai da 8 anni, ma sono sempre rimasta fortemente legata all’Abruzzo, ed è questo il motivo per cui ho deciso di scrivere la tesi di laurea sul sisma del 2009. Da studentessa di architettura e da abruzzese – ha affermato Cristina Orlandi a caldo, appena appresa la notizia – sentivo una doppia esigenza di dare risposta alle mille domande che cominciavo seriamente a pormi sul tema della ricostruzione, e a cui ho cercato di rispondere tramite l’analisi in parallelo delle frazioni di Onna e di Paganica e delle soluzioni abitative d’emergenza scelte nei rispettivi casi, il villaggio M.A.P. e l’ambizioso Progetto C.A.S.E.. Ho cercato di ricostruire un quadro generale di cosa è accaduto nel corso di questi 10 anni dal punto di vista architettonico, urbanistico e sociologico. La notizia di aver vinto il premio AVUS è arrivata in un momento senza dubbio particolare dato che il coronavirus sta creando scompiglio e sofferenza nella vita di tutti, compresa la mia famiglia, ma la quarantena – che sto trascorrendo in Abruzzo – è anche un’occasione preziosa per riflettere meglio sul senso da dare a questa vittoria: non quello di una gratificazione personale ma piuttosto una preziosa occasione per sensibilizzare ulteriormente la mia generazione, affinché possa portare avanti i valori e i sogni di quei ragazzi che a causa del terremoto non potranno più farlo”.
Un ricordo senza fiaccolata ma con un meraviglioso video che nell’arco di poche ore sta riscontrando successo anche sul web.
“Da 7 anni l’Associazione nata dopo la morte dei nostri figli universitari si impegna, grazie al giornalista Umberto Braccili, con un premio alla migliore tesi sulla prevenzione sismica nelle facoltà italiane. Umberto ha scritto un libro con meravigliose testimonianze sui nostri ragazzi ed i proventi del libro li ha devoluti al finanziamento del Premio. Con il Premio AVUS abbiamo girato tutte le Università italiane – ha continuato Bianchi – abbiamo parlato agli scienziati del domani, ai ragazzi di oggi. Non ci siamo mai fermati, mai! Siamo andati avanti anche quest’anno grazie alla Società Italiana di Geologia Ambientale. Ed anche per l’edizione 2020 abbiamo decretato il vincitore. È l’architetto Cristina Orlandi del Politecnico di Torino, abruzzese di Roccamontepiano con una tesi su strutture e socializzazione tra Onna e Paganica. Il Coronavirus non fermerà i nostri ricordi. In assenza dell’evento che tradizionalmente tenevamo con lo svolgimento della cerimonia di consegna, abbiamo realizzato un video con testimonianze e ricostruzione dei fatti. La voce narrante è quella di Braccili che ha ricostruito gli eventi, poi interviste a ragazzi che si sono salvati ed anche al giornalista Giustino Parisse che perse la famiglia. E’ stato bello ricordarli anche così”.
Un video ricco di ricostruzione, documentazione, testimonianze ed anche di immaginazione sul come sarebbe stata la vita di questi ragazzi che quella notte lasciarono questa Terra.
“Siamo rimasti delusi dal comportamento dello Stato – ha dichiarato Sergio Bianchi nel video – perché ci aspettavamo un minimo di giustizia ed un minimo di considerazione. I nostri figli non sono stati considerati ne dallo Stato e ne dalla politica”.
“La mia analisi di questi ultimi 11 anni dal terremoto – ha dichiarato Parisse nel video – mi porta ad usare una frase forse anche molto abusata ma che calza bene: un’occasione persa. I nostri borghi non hanno piu’ un’anima”.
Il Coronavirus non ferma la divulgazione, la conoscenza, la comunicazione. La SIGEA sostiene ormai da tempo il Premio Avus.
“Andiamo avanti. Il Premio “AVUS 6 Aprile 2009” anche quest’anno, nonostante le difficoltà derivanti dall’emergenza sul coronavirus che ha imposto il rinvio della cerimonia di premiazione, ha consolidato la valenza sociale di una iniziativa che nel ricordo dei giovani studenti universitari vittime del terremoto aquilano – ha dichiarato Michele Orifici, Vice Presidente Nazionale della Società Italiana di Geologia Ambientale (SIGEA) – è riuscita nel tempo ad affermare sempre più l’importanza di dialogare con i giovani, stimolandoli nella ricerca, coniugando efficacemente aspetti emotivi e conoscenze tecnico-scientifiche.
L’obiettivo del premio di laurea “AVUS 6 aprile 2009”, arrivato alla settima edizione, è sempre stato quello di parlare ai giovani, di cercarli nelle loro università, di raccontare le storie dei loro coetanei che a l’Aquila studiavano per realizzare i loro sogni ma che li hanno visti svanire in pochi attimi a causa di quei palazzi costruiti male.
La SIGEA e l’AVUS hanno scelto, nel rispetto del proprio ruolo sociale, di unire le proprie esperienze e le proprie competenze per raggiungere lo stesso obiettivo: lavorare per la mitigazione del rischio sismico. Ogni anno i numerosi studenti che concorrono al premio consegnano alla società italiana strumenti importanti per la prevenzione sismica. I numeri progressivamente crescenti dei partecipanti, giunti quest’anno a 19, di anno in anno incoraggiano a proseguire in maniera sempre più incisiva questa azione sociale di divulgazione e di stimolo perché sarà solo attraverso la ricerca e la consapevolezza dei rischi che nel tempo ci si potrà vantare di aver costruito una società più attenta e certamente migliore di quella attuale”.