avvocatoinprimafila il metodo apf

Crollano i ponti, franano le strade e come se non bastasse le scuole cadono a pezzi

In Italia ogni quattro giorni crolla un pezzo di scuola. Nel Belpaese tre scuole su quattro non hanno l’agibilità. Gli ultimi dati rivelano che un plesso scolastico su cinque è chiuso per sempre o in attesa di essere messo a norma

In Italia ogni quattro giorni crolla un pezzo di scuola. Nel Belpaese tre scuole su quattro non hanno l’agibilità. Sempre nell’Italia che crolla esistono  scuole in edifici con più di 50 anni, e una su due è chiusa: “Fondi mai usati”. Dopo il crollo del ponte Morandi si sperava (ormai in Italia le certezze sono poche e si vive di speranze) in una reazione da parte di tutte le istituzioni preposte alla messa a norma delle strutture pubbliche, a partire dai 42 mila plessi scolastici dove da settembre sono tornati  quasi otto milioni di alunni, oltre 850 mila insegnanti, 250 mila Ata e 6 mila dirigenti scolastici. Ma la musica è sempre la stessa.

Gli ultimi dati rivelano che un plesso scolastico su cinque è chiuso per sempre o in attesa di essere messo a norma. Ci sono delle Regioni, spiega l’Associazione professionale sindacale, dove ”il numero di edifici scolastici non attivi, per vari motivi, supera abbondantemente quello delle strutture dove si fa didattica”. Nei giorni scorsi è stato ricordato Vito Scafidi lo studente morto dieci anni fa al liceo Darwin in provincia di Torino, la ragazzo crollò addosso un soffitto. Ma dopo un decennio la situazione non è cambiata, anzi è peggiorata. In molti hanno pianto per Vito, oggi molte famiglie italiane non hanno certezza dell’incolumità dei propri figli che usufruiscono dei plessi scolastici ormai obsoleti e cadenti. I numeri parlano ancora una volta chiaro. Secondo i dati dell’Anief il piano di emergenza e il documento di valutazione del rischio sono stati riscontrati con certezza da meno di tre scuole su quattro (rispettivamente 73% e 72%); il certificato di collaudo statico da una su due (49%); quello certificato di agibilità-abitabilità e di omologazione alla centrale termica da una su tre (39%); la certificazione della prevenzione incendi in corsi di validità è presente appena in un’istituzione scolastica su cinque (21%); il nulla osta provvisorio, sempre di prevenzioni incendi, in una scuola su sei (16%). Del certificato di collaudo dell’impianto di spegnimento sono fornite appena il 9% delle scuole.“Dei 6,2 miliardi di euro di fondi già stanziati e destinati all’edilizia scolastica, dal 2015 al 2018, sono stati utilizzati appena 604 milioni, quindi meno di un decimo. Anzi, le spese risultano addirittura in calo” hanno spiegato dall’Anief.

Foto sotto: il ricordo di Vito Scafidi “vittima” della scuola italiana (regione.piemonte.it) 

Exit mobile version