(ANSA) – NAPOLI, 18 FEB – “Raffaele Cutolo è responsabile
della trasformazione che ha avuto la camorra in Campania, e non
solo, e gli effetti della sua azione non sono limitati nel tempo
ma si protrarranno per molto tempo negli anni a venire”. A
parlare è il procuratore di Salerno Giuseppe Borelli, per lungo
tempo a capo della Direzione Distrettuale Antimafia presso la
Procura di Napoli che, pur essendosi, da investigatore, occupato
del clan Alfieri, feroce rivale della NCO del “professore”, è
stato costretto a confrontarsi anche con la mentalità del boss
scomparso ieri all’età di 79 anni.
“Con tutto il rispetto che si deve, comunque, a una persona
deceduta, Cutolo, giuridicamente e moralmente – ricorda il
procuratore di Salerno – è responsabile di centinaia e centinaia
di omicidi, molti dei quali eseguiti con crudeltà senza pari”.
Riguardo al mancato pentimento di don Raffaele, e sui segreti
che si è portato nella tomba, Giuseppe Borrelli, ricorda che
parecchi casi “sono stati ampiamente e dettagliatamente risolti
anche senza il suo contributo, come, per esempio, quello che
riguarda Ciro Cirillo (il politico della DC rapito e poi
rilasciato dalle Brigate Rosse, ndr)”.
Per quello che concerne gli anni in cui ha coordinato i
magistrati antimafia partenopei, il procuratore di Salerno ci
tiene a precisare di non avere mai chiesto a Cutolo di
collaborare con la giustizia: “Per certi aspetti, la
collaborazione con la giustizia di Cutolo, peraltro mai
richiesta quando ero io a capo della DDA, non avrebbe potuto
essere utile in quanto determinate vicende che lo vedevano
coinvolto erano state ampiamente chiarite dagli inquirenti sulla
base di elementi assolutamente certi”. (ANSA).
Fonte Ansa.it