Flavio Lo Scalzo / AGF
Lo scuolabus dato alle fiamme dall’autista sulla tangenziale di Milano
Squilibrato mitomane o lucido esecutore di un piano terroristico? E’ su questa differenza, tutt’altro che sottile, che si gioca il destino di Ousseynou Sy, l’autista che mercoledì alle porte di Milano ha sequestrato e incendiato uno scuolabus con a bordo 51 ragazzini. L’avvocato difensore vuole giocare la carta dell’infermità mentale, come si evince dalle dichiarazioni rese al termine dell’interrogatorio di garanzia, mentre secondo il giudice per le indagini preliminari l’uomo non avrebbe dato segno di squilibrio.
“A mio giudizio ha dato seri segni di squilibrio e la maniera che ha avuto il gip di portare avanti l’interrogatorio è stata volta a verificare questo aspetto” ha detto Davide Lacchini, avvocato difensore di Sy, “A lui non interessava il riflesso nazionale, ma l’impatto di livello internazionale che la sua azione poteva avere”.
Di parere opposto il magistrato, al quale i giornalisti hanno chiesto se Sy abbia mostrato segni di squilibrio. “Non mi e’ sembrato” ha detto il gip di Milano, Tommaso Perna uscendo da San Vittore. A chi gli domandava se nel rispondere agli interrogativi del gip sia stato tranquillo, il magistrato ha risposto laconico: “Più o meno, comunque ha parlato”. Nelle prossime ore potrebbe arrivare la convalida dell’arresto, visto che “stasera lavoro” ha spiegato il gip.
“Sentivo le voci dei bambini in mare che dicevano ‘fai qualcosa di eclatante per noi ma non fare del male a questi bambini'” ha detto il dirottatore al pm Luca Poniz e al capo del pool antiterrorismo Alberto Nobili. Sy non ha mostrato segni di pentimento, ed è rimasto convinto che “sarebbe opportuno che nessuno venisse dall’Africa in Europa”.
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