Il presidente nazionale dei giovani commercialisti De Lise, risponde all’attacco incomprensibile nei confronti dei professionisti da parte dello scrittore napoletano ospite di “Che tempo che fa”
“Non possiamo credere che lo scrittore Roberto Saviano abbia potuto affermare che i commercialisti segnalerebbero i clienti in difficoltà agli usurai. Sarebbe come se noi ora dicessimo che gli scrittori si arricchiscono grazie alla camorra. Dire che i commercialisti segnalano agli usurai le potenziali vittime, ma che ci sono anche i commercialisti bravi, è tanto assurdo quanto sostenere che nella piaga dell’usura ci sia anche qualche soggetto bravo (forse in senso manzoniano!!!) che abbia anche una funzione sociale fornendo il credito dove lo Stato o il sistema creditizio italiano non arrivano”. Lo ha detto Matteo De Lise, presidente dell’Unione Nazionale Giovani dottori commercialisti ed Esperti Contabili commentando la partecipazione di Saviano alla trasmissione televisiva “Che tempo che fa” condotta da Fabio Fazio su Rai2.
“Nel dubbio di aver capito male e in attesa di una tua smentita che crediamo debba essere rapida… nel frattempo noi commercialisti ci teniamo a spiegarti che da sempre siamo baluardo di legalità, esplichiamo una funzione sociale che serve a prendere per mano il Paese. Sì anche il tuo”.
“Siamo i primi interlocutori delle aziende e delle famiglie – ha aggiunto De Lise – ma siamo sempre di più i primi collaboratori dello Stato negli incarichi. Anche quelli più pericolosi. Le curatele, le amministrazioni giudiziarie non andrebbero avanti senza di noi”.
“Nel comunicato che abbiamo prontamente elaborato rispetto alle scarcerazioni eccellenti specificavamo che ‘le cronache di questi giorni, purtroppo, raccontano del rifiorire del fenomeno dell’usura in sostituzione dell’accesso legale al credito, oppure della distribuzione di aiuti economici o alimentari da parte delle organizzazioni mafiose in luogo dei sussidi statali che stentano ad arrivare. Tutto questo non può passare inosservato e, poiché, lo sconforto non è un sentimento che a noi giovani è consentito nutrire, ci uniamo a chi ha denunciato con forza la gravità di quanto accaduto esortando le autorità competenti a porre immediato rimedio, non consentendo ulteriori scarcerazioni ai detenuti al 41-bis e facendo ritornare in carcere coloro ai quali sono già stati concessi gli arresti domiciliari. Il nostro più nobile sentimento è la speranza che il mondo in cui viviamo possa davvero cambiare e continueremo a lottare affinché ciò accada. A proposito non abbiamo letto nulla da te scritto al riguardo.
“Quindi carissimo dottor Saviano – ha rimarcato il numero uno dei giovani commercialisti italiani -, non sappiamo quali usurai tu conosca e perché ti abbiano detto che sono stati dei commercialisti a segnalare loro i clienti. Forse uno scrittore prima di lanciarsi in questo tipo di affermazioni dovrebbe verificare e contro verificare le sue fonti. Quanto meno così noi abbiamo sempre saputo.
Stanchi di sopportare immotivati attacchi – ha concluso De Lise -, ci riserviamo, in mancanza di scuse e chiarimenti ufficiali, di presentare una querela per diffamazione contro i commercialisti italiani”.