(ANSA) – BOLOGNA, 19 NOV – Aziende ‘apri e chiudi’, con una
vita media di 2-3 anni, create al solo scopo di far figurare un
apparente giro d’affari, in realtà inesistente, e consentire,
attraverso le false fatture emesse a favore di altre ditte
gestite da connazionali, di evadere il fisco. Una frode
milionaria all’Iva, che è stata scoperta dalla Guardia di
Finanza di Ferrara. Le indagini, coordinate dalla Procura
ferrarese, hanno consentito di denunciare 23 persone, tutte di
nazionalità cinese, accusate, a vario titolo, dell’emissione e
dell’utilizzo di fatture inesistenti, attraverso l’uso
strumentale di 22 società ‘cartiere’. L’illecito giro d’affari
smascherato è di oltre 120 milioni di euro e ha generato
un’evasione fiscale di circa 40 milioni di euro.
L’operazione ‘Wall Papers’ ha portato alla luce un meccanismo
fraudolento con l’utilizzo di imprese create solo sulla carta,
che vede coinvolte decine di aziende attive nel settore degli
empori in grado di mettere sul mercato merce varia (articoli per
l’arredo e per la casa, accessori per l’auto, prodotti
dell’elettronica di consumo e abbigliamento) a prezzi
estremamente concorrenziali. Le fiamme gialle ferraresi hanno
ricostruito il complesso mosaico della frode, partendo da una
verifica fiscale eseguita nei confronti di un negozio di
Comacchio (Ferrarra), il cui titolare, un cittadino cinese,
presentava alcune anomalie sui dati delle fatture ricevute dai
fornitori. L’analisi condotta su questi documenti, ha quindi
portato gli investigatori ad individuare, anche attraverso i
controlli incrociati con reparti della Gdf di altre regioni, i
diversi fornitori, di fatto risultati delle ‘scatole vuote’, con
partita Iva non più attiva.
Le 22 ‘cartiere’ scoperte, risultano dislocate fra il
Piemonte, la Lombardia, il Veneto, l’Emilia-Romagna, le Marche e
il Lazio. (ANSA).
Fonte Ansa.it