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Dove andranno i migranti sgomberati dal Cara di Castelnuovo di Porto

Dove andranno i migranti sgomberati dal Cara di Castelnuovo di Porto

 Eliana Ruggiero / Agi

Uno dei pullman su cui vengono trasferiti i migranti del Cara di Castelnuovo di Porto

Un centinaio di migranti richiedenti asilo è stato trasferito dal Cara di Castelnuovo di Porto. I primi 30 erano partiti il 22 gennaio, mentre il giorno dopo tre pullman ne hanno portati 75 rifugiati (maschi singoli e donne singole) in destinazione Molise, Marche e Abruzzo.

La partenza è avvenuta in un clima di forte tensione. Rossella Muroni, deputata di Leu, ha bloccato l’uscita di un pullman con i migranti che stavano lasciando il Centro di accoglienza e il mezzo è stato costretto a rientrare.

Sul profilo Twitter della parlamentare, è stata pubblicata una foto che la ritrae davanti al mezzo appena fuori dal cancello. “Bambini, donne, uomini, vogliamo solo sapere dove vanno e che condizioni troveranno. Restiamo umani per favore”, è scritto nel post che accompagna la foto.

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E poi: “Stiamo parlando di persone e non di animali. Persone che hanno diritto di sapere dove vanno e madri che devono sapere se stasera potranno dare da mangiare ai propri figli. Il piano è già stato scritto e l’obiettivo e’ di svuotare il centro. Non metto in discussione l’atto ma il metodo”.

Dove andranno i migranti

Giovedì 24 altri 85 partiranno per Toscana ed Emilia. Mentre venerdì 25 saranno trasferiti in Piemonte altri 50 migranti. Al momento sono ancora presenti i nuclei familiari, ma il centro deve essere totalmente chiuso entro il 31 gennaio. “Chi non ha diritto a stare in Italia deve andare via” ha ribadito oggi il vicepremier e ministro dell’Interno, Matteo Salvini. “Chi era abusivo prima, è abusivo anche adesso. Se la richiesta – ha spiegato Salvini – è quella di trovare una sistemazione a chi non a diritto a stare in Italia, la risposta è no. Ci sono delle leggi e delle regole, rispettate in tutti i Paesi del mondo: chi ha diritto viene ricollocato in altre strutture, con diritto a vitto, alloggio, sanità, istruzione. Se la domanda di asilo verrà accolta, resteranno in Italia e saranno i benvenuti, altrimenti cominceranno le pratiche per l’espulsione”.

Il centro laziale, secondo il ministro è “una struttura sovradimensionata. Mi hanno chiesto di rinnovare il contratto di affitto per 12 anni al costo di un milione di euro l’anno e spese di gestione di 5 milioni di euro all’anno e io ho risposto no”.

Le storie di chi deve essere trasferito

Tra i risiedenti al Cara il dolore e la preoccupazione sono forti. Il loro futuro è volatile, dall’oggi al domani si devono “reinventare” e sperano in una soluzione dell’ultimo minuto. Anszou Cisse, 19 anni, dal Senegal, è il bomber della locale squadra di calcio, l’USD Castelnuorese. “Mi ha chiamato il capitano – racconta all’AGI – e anche il mister mi ha cercato. Tutti mi hanno detto di essere dispiaciuti. E’ un dolore enorme. Non so ancora quando partirò e soprattutto dove andrò. Vorrei continuare a giocare ma ora non so più nulla”.

Che ne sarà del Cara e di chi ci lavora

Ognuno ha la sua storia. “Sono entrato qui nel 2014 come mediatore culturale – dice Akram Zubaydi, il direttore del Centro – e nel marzo del 2016 sono diventato direttore. Abbiamo creato una famiglia” e ora “senza lavoro perdiamo la dignità”.

I lavoratori della cooperativa sono 120 (107 quelli presenti nella struttura) tra avvocati, insegnanti, mediatori culturali. Tutti non sanno ancora nulla. Ufficialmente la cooperativa non ha comunicato loro della chiusura. La loro ricollocazione è incerta e, sottolinea Zubaydi, “non potremo usufruire del reddito di cittadinanza”.

Preoccupato anche il sindaco di Castelnuovo di Porto, Riccardo Travaglini. “Dopo la vicenda di Mafia Capitale – dice – il centro è diventato una struttura di eccellenza. I ragazzi erano parte della nostra comunità”. “E’ un dramma vero – rincara la dose il parroco della Chiesa di Santa Lucia di Castelnuovo di Porto, José Manuel Torres – Il nostro grande disagio è non avere soluzioni”.

Le opposizioni sono sul piede di guerra. “Il ministro Salvini è davvero il ministro dell’inferno. Un inferno nel quale finiscono le persone deboli” ha detto Monica Cirinnà, entrando al Cara di Castelnuovo insieme a una delegazione del Gruppo dei senatori Pd (Bruno Astorre, Anna Rossomando e Valeria Valente). “Ma io sono certa – ha aggiunto – che gli italiani non si abitueranno alla diffusione dell’odio e gliela faranno pagare”.

Il Partito Democratico ha presentato una interpellanza, una interrogazione alla quale, ha annunciato il deputato Pd Emanuele Fiano, anche lui presente a Castelnuovo, il governo darà risposta venerdì alla Camera. Per il presidente di Magistratura Democratica, Riccardo De Vito, “Una simile logica calpesta i più elementari principi di solidarietà e i diritti sanciti dalla nostra Costituzione, proprio mentre a centinaia si lasciano affogare altri migranti in mare”. Si indigna anche l’Anpi, l’associazione dei partigiani, che parla di “un vero delirio razzista” del governo”. 

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