(ANSA) – SASSARI, 31 OTT – “Una formula di accesso
facilitato al credito e un fondo perduto per coprire gli
investimenti intrapresi dall’attuazione dei rigidi protocolli”.
Sono le richieste al Governo del presidente della federazione
italiana nuoto in Sardegna Danilo Russu che ha raccolto il grido
dei gestori privati che con la chiusura delle piscine fino al 24
novembre “hanno subito il colpo di grazia e difficilmente
riusciranno a rimettersi in corsia”. Una mobilitazione nei
giorni delle proteste andate in scena a Cagliari e Sassari, con
anche flash mob dentro le vasche vuote.
“L’aver tenuto un contegno esemplare, assecondando oltre il
dovuto le linee guide protocollari anti covid – dice Russu – non
è servito a nulla. I Nas e altri enti di controllo hanno posto
sotto osservazione 200 poli natatori indoor e nessuno di essi si
è rivelato fuori norma, anzi in molti casi gli osservatori
speciali si sono complimentati per l’ottimo lavoro di
prevenzione svolto. Siamo stati comunque pugnalati alle spalle
da uno Stato che stenta a capire quali siano i vantaggi psico –
fisici che l’accesso ad una piscina può generare”.
Ai gestori non rimane che sperare in ulteriori aiuti
straordinari: “La Regione ha mostrato grande sensibilità la
scorsa estate venendoci incontro con un importante sostegno
economico – continua il presidente sassarese – ma purtroppo,
alla luce di ciò che stiamo vivendo, non è più sufficiente”.
“Il nostro mondo ha rispettato le regole – conclude Danilo Russu
– anche perché se soltanto uno avesse sbagliato, tutti ne
starebbero pagando le conseguenze, ma a quanto pare siamo caduti
ugualmente nel girone infernale”. (ANSA).
Fonte Ansa.it