(ANSA) – NAPOLI, 19 MAR – Secondo tentativo, nel carcere
napoletano di Secondigliano, di introdurre cellulari all’interno
delle mura con un drone: questa volta gli agenti della polizia
penitenziaria, si sono accorti della “consegna” poco prima che
il velivolo atterrasse nell’area che si trova alle spalle
dell’area detentiva. In una busta a bordo del drone, di quelli
particolarmente sofisticati, dotati di telecamere e pilotabili
anche a distanza di chilometri, c’erano due smartphone di ultima
generazione, ciascuno dotato di caricabatteria e cavetti.
Secondo quanto si è appreso si ipotizza che il pilota fosse
sistemato tra il campo rom (che è alle spalle del carcere), tra
le palazzine del complesso di edilizia popolare della “167”,
oppure nei pressi del ponte dell’Asse Mediano.
“Complimenti alla polizia penitenziaria di Secondigliano per
la brillante operazione”, commentano Auricchio Ciro, segretario
regionale dell’USPP, e
Domenico de Benedictis, segretario regionale della Uil Pa PP.
“Nonostante la recente normativa che punisce il possesso e
l’introduzione dei cellulari nelle carceri – aggiungono
Auricchio e de Benedictis – continuano a susseguirsi i
ritrovamenti, che però vanno di pari passo con le attività di
intelligence finalizzate ad anticipare gli stratagemmi sempre
più raffinati come nel caso di Secondigliano, di introduzione di
materiali illecito negli istituti penitenziari. Un plauso
particolare, dunque, va alla polizia penitenziaria del plesso di
Secondigliano guidato dai dirigenti Manganelli e Dapolito”.
(ANSA).
Fonte Ansa.it