Una campagna nazionale per sensibilizzare l’opinione pubblica sul delicato tema dell’eutanasia. A lanciarla è l’Associazione Luca Coscioni che dal 22 al 24 marzo sarà presente con 93 tavoli in 45 città per la campagna “Con te per l’eutanasia legale”. L’obiettivo è una raccolta firme per sollecitare il Parlamento a una rapida discussione della legge, “che in 50 giorni dall’inizio dell’iter è stata trattata solo per tre ore” denuncia una nota.
Allo stesso tempo l’associazione ‘chiama in causa’ con una esplicita richiesta: Matteo Salvini, Nicola Zingaretti, Luigi Di Maio e Silvio Berlusconi per lavorare, attraverso il proprio gruppo parlamentare, a un rapido e approfondito confronto sulla proposta popolare. Manca poco infatti al 24 settembre 2019, quando scadrà il termine che la Corte Costituzionale ha dato al Parlamento per estendere le tutele costituzionali anche alle libertà fondamentali delle persone che chiedono di essere aiutate a porre fine alla propria vita, a causa di una condizione di sofferenza insopportabile nel quadro di una malattia irreversibile.
Come racconta l’associazione, dal 15 marzo 2015 ad oggi, ha ricevuto 649 contatti con richieste di informazioni sul ‘fine vita’. Le città dove si troveranno i tavoli informativi sono Roma, Milano, Torino, Napoli, Firenze, Genova, Padova, Cagliari, Palermo, Bari, Perugia. “Nonostante le dichiarazioni del Presidente della Camera Roberto Fico e della Ministra della Salute Giulia Grillo, sull’eutanasia tutto è fermo – dichiara Marco Cappato, uno dei leader di Associazione Luca Coscioni – . Evidentemente i capi, capetti e capitani dei partiti italiani continuano ad avere cose che ritengono più importanti sulle quali inscenare le loro risse quotidiane. Con Filomena Gallo abbiamo scritto sia a Luigi Di Maio che a Nicola Zingaretti per chiedere un incontro, per verificare se almeno il Movimento Cinque Stelle e il Partito democratico intendano prendere sul serio la questione, o se invece preferiscano lasciar passare inutilmente le settimane e i mesi in modo da ripassare irresponsabilmente la palla alla Corte costituzionale nell’udienza già convocata per il 24 settembre sul processo a mio carico”.
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