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Finti matrimoni per extracomunitari, 4 arresti a Taranto

(ANSA) – TARANTO, 18 MAG – La Polizia di Taranto ha scoperto
una presunta banda che organizzava finti matrimoni per la
regolarizzazione di immigrati irregolari e gestiva un giro di
prostituzione. Il personale della Squadra Mobile ha eseguito
un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale
nei confronti di quattro persone: in carcere due uomini
tarantini di 52 e 36 anni, agli arresti domiciliari due donne
(la 31enne moglie bielorussa e la madre del 36enne). Eseguiti
anche due divieti di dimora nel capoluogo ionico per un
cittadino marocchino di 52 anni, che procacciava i clienti
extracomunitari da regolarizzare, e una donna di 62 anni,
consulente del lavoro. Altre nove persone sono indagate in stato
di libertà. Tutti sono accusati, a vario titolo, di concorso in
favoreggiamento alla permanenza di cittadini stranieri nel
territorio italiano, false dichiarazioni, favoreggiamento
personale, truffa, favoreggiamento e sfruttamento della
prostituzione.
    Le indagini sono partite a seguito della denuncia di un
cittadino marocchino, presentata nel 2017 all’Ufficio
Immigrazione della Questura di Taranto.
    Il magrebino riferì che, tramite un suo connazionale, era
entrato in contatto con un’associazione presieduta dal 36enne e
che quest’ultimo, dietro compenso, si era reso disponibile a
seguire le pratiche per la sua regolarizzazione sul territorio
italiano. Pratiche evidentemente fittizie: si faceva figurare un
finto impiego dello straniero da regolarizzare presso un B&B
gestito da uno degli appartenenti alla presunta organizzazione.
    Poi, quando la pratica per la regolarizzazione tardava ad
arrivare, gli si offriva la possibilità di contrarre un falso
matrimonio con un’italiana dietro compenso di 7mila euro. Le
successive indagini hanno fatto emergere altri episodi simili.
    E’ stato scoperto inoltre lo sfruttamento di giovani italiane e
straniere avviate alla prostituzione con il coinvolgimento delle
due donne dell’organizzazione poste ai domiciliari. (ANSA).
   

Fonte Ansa.it

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