Intervista esclusiva per America Oggi all’imprenditore Flavio Briatore
a cura di Biagio Maimone
Flavio Briatore ai lettori di America Oggi: “L’Italia è come una nave in mezzo al mare, affidata a un comandante che non ha idea di quale rotta prendere”
Gentilissimo Dottor Flavio Briatore, nel nostro Paese ad oggi si contano quasi 6 milioni di contagiati e più di 25 mila decessi a causa della pandemia di Covid-19. Si poteva evitare questa tragedia? Un Suo parere in merito.
Evitare? Non lo so, sicuramente si poteva fare di meglio. Il primo errore è stato commesso dalla Cina che ha tenuto nascosto il virus.
Quando ha deciso di proclamare lo stato di emergenza sanitaria, eravamo già a gennaio. In Italia l’emergenza è stata proclamata sulla gazzetta ufficiale il 30 gennaio e, da quel giorno, non è stato fatto assolutamente nulla.
Il 27 gennaio il nostro Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha detto, durante la trasmissione Otto e Mezzo, condotta da Lilli Gruber, che in Italia la possibilità di contrarre il virus era bassissima e che, se ci fosse stata una emergenza, eravamo più che pronti.
Quando è stato dichiarato lo stato di emergenza nazionale, l’Organizzazione Mondiale della Sanità aveva ribadito più volte la pericolosità del virus e che non esistevano vaccini per contrastarlo.
In Italia non hanno messo al corrente della gravità del virus neppure le strutture ospedaliere, in quanto sono state informate solo dal 21 febbraio.
Dal 30 gennaio al 21 febbraio, purtroppo, l’epidemia di Coronavirus si è diffusa velocemente e si è propagata dappertutto, soprattutto negli ospedali.
Le persone ricoverate con sintomi che si pensava fossero dovute all’influenza e alla polmonite, venivano curate senza alcun tipo di protezione e precauzione per cui il personale medico e’ stato il primo a contagiarsi e a contagiare. In sostanza, gli ospedali sono stati i focolai dell’epidemia. Nel mese di febbraio alcuni nostri politici, come per esempio il leader del PD Nicola Zingaretti, che invitava tutti a non cambiare le proprie abitudini e che pubblicò una sua foto mentre brindava durante un aperitivo a Milano, davano dimostrazione del fatto che il governo aveva sottovalutato il Coronavirus.
Un’altra cosa che non ho capito è come mai, anche se si sapeva benissimo dell’epidemia dalla città di Wuhan, il Ministro della Salute non ha subito mandato un esperto dell’Istituto Superiore della Sanità a verificare cosa stava realmente accadendo. Comunque, la colpa è di tutti, anche degli altri Paesi che hanno sottovalutato la gravità della situazione. Ad oggi si contano 183 mila morti dichiarati in tutto il mondo per Covid-19.
Le misure adottate dal Governo Conte a sostegno di famiglie, lavoratori e imprese ritiene saranno sufficienti per fronteggiare le esigenze socio-economiche e sanitarie derivanti dall’emergenza Covid-19?
Soltanto chiacchiere. Con le chiacchiere qualsiasi misura va bene. Le aziende non hanno ricevuto niente, le partite iva, in parte, hanno ricevuto quei famosi 600 euro che, quando arriveranno sui conti correnti, le banche li avranno già trattenuti perché le persone si sono già esposte economicamente. Le aziende italiane non hanno più soldi in cassa e faranno fatica a riprendersi e a tornare a lavorare a pieno regime come prima.
Quando finirà la cassa integrazione sarà un disastro perché le aziende non saranno più in grado di fatturare come prima, in quanto il coronavirus ha cambiato radicalmente la nostra vita e la natura del sistema economico. La politica, purtroppo, è solo teoria e spesso è difficile coniugare la teoria con pratica, però, quando ci sono cose che interessano ai politici, ad esempio le nomine nelle grandi aziende pubbliche, la politica funziona e lavora alacremente.
Visto il contesto drammatico che stiamo vivendo, potevano anche aspettare a fare le nomine in quanto gli amministratori c’erano già. Siccome volevano spartirsi il potere, allora si sono messi d’accordo subito, senza perdere tempo. Peccato che per fronteggiare la crisi economica, in seguito all’emergenza Coronavirus, non sono stati così solerti, così veloci.
Secondo Lei quali potrebbero essere le soluzioni per scongiurare una crisi economico-finanziaria e per far ripartire il nostro Paese dopo la pandemia?
Le soluzioni? Finanziamenti a fondo perduto perché già prima del Coronavirus la situazione economica del nostro Paese non era brillante. Dopo questi tre o quattro mesi di lockdown non si possono dare finanziamenti che, nella maggior parte dei casi, sarà difficile restituire in quanto il livello della pressione fiscale sulle imprese in Italia ammonta al 65 % per cento. Gli interventi devono avvenire soltanto attraverso contributi a fondo perduto perché le aziende sono state costrette a fermarsi e, per tale ragione, non sono responsabili della crisi e lo Stato deve assolutamente trovare i soldi per aiutarle.
In questi mesi gli affitti e le tasse non devono essere pagate e i contributi non devono essere versati. C’è bisogno di un’ iniezione di denaro a fondo perduto. Successivamente, superata questa situazione di emergenza socio-economica, potrebbero tornare utili finanziamenti a tasso agevolato: soldi che servirebbero per costituire la base necessaria per far ripartire le imprese. Le imprese, per pagare gli stipendi prima della cassa integrazione, hanno utilizzato i propri fondi ed ora sono in grande difficoltà. Molti miei amici industriali mi dicono che prima della crisi avevano diecimila dipendenti e che, dopo il superamento di questa situazione, sarà difficile tenerne duemila.
Tutti i settori sono in crisi, ma quello che ha accusato il colpo più forte è il turismo. Molti ristoranti che hanno chiuso e, con l’applicazione delle nuove norme di sicurezza, non potranno più riaprire. Per quanto riguarda le discoteche noi abbiamo lanciato una proposta per riaprirle.
Se non possiamo aprire le discoteche in sicurezza, i ragazzi troveranno alternative per divertirsi e si ritroveranno a casa di amici, in luoghi privati non controllati e dunque esposti all’infezione. Difficile ipotizzare che i giovani andranno a letto alle 9 di sera. Le discoteche sono sicure perché la nostra proposta prevede la possibilità di effettuare i dovuti controlli e rispettare i protocolli sanitari come, ad esempio, misurare la temperatura all’ingresso.
È d’accordo con chi sostiene che la Cina deve risarcire tutti i Paesi che hanno subito danni provocati dal Coronavirus?
Credo di essere stato il primo a dirlo già due mesi fa. Chi rompe paga, dice un detto ed i cinesi, in questo caso, hanno sbagliato perché non sono stati in grado di comunicare tempestivamente al mondo intero la gravità della situazione.
L’OMS, che aveva compreso il pericolo, si è mossa prontamente inviando i suoi scienziati in Cina ed in Italia per incontrare medici e scienziati, analizzare le statistiche per valutare la situazione degli ospedali, ancor prima della dichiarazione di pandemia che è avvenuta nel mese di febbraio. Nel frattempo, noi italiani “cazzeggiavamo”. E poi c’è stata l’azione maldestra del governo che ha diffuso in anticipo la bozza del decreto che istituiva in tutta la Lombardia la “zona rossa” per frenare il contagio da coronavirus, che ha determinato, con il panico, la fuga di 60.000 persone dal Nord verso il Sud.
La Cina deve assumersi le proprie responsabilità ed è inutile che andiamo ad elemosinare soldi a destra e a manca, mes o non mes: i danni generati dalla pandemia deve pagarli la Cina. Cosa faranno i cinesi? Aspetteranno qualche mese e poi compreranno le imprese italiane a prezzo scontato. Se il nostro governo avesse avuto gli attributi, avrebbe chiesto i danni alla Cina, anziché farsela amica e mandargli le arance (l’accordo fatto da Luigi Di Maio).
Non so se questo virus è scappato o è stato manipolato in laboratorio, pero’ continuano ad arrivare immagini che, in alcuni mercati cinesi, ancora continua il commercio di animali esotici portatori di malattie. E’ una cosa allucinante!
Resta il fatto che il virus è arrivato in Italia e ci vorrà del tempo per avere un vaccino. Obbligano tutti a convivere con questo virus con perdite economiche devastanti. Quella che stiamo vivendo è la terza guerra mondiale e, purtroppo, non abbiamo un governo forte in grado di sopportare questa drammatica situazione. Un governo forte, in questi casi, avrebbe fatto le grandi riforme necessarie per far ripartire il Paese, come la riforma fiscale o la riforma burocratica. Invece, continuiamo a indebitarci e il governo farà arrivare i soldi ad aziende e lavoratori a giugno, in modo che questi soldi vengano utilizzati dagli italiani per pagare le tasse ! Il vero problema lo vivremo nel mese di maggio, quando scadrà la cassa integrazione e in Italia avremo 10/15 milioni di disoccupati: poi vedremo quanto consenso manterrà ancora questo governo.
Le chiedo, infine, un messaggio per i lettori di America Oggi e per gli italiani che vivono negli Stati Uniti
Volete un consiglio? Rimanete negli Stati Unti. Io ho vissuto per 14 anni negli Usa quando lavoravo per la Benetton. Posso dire che è un Paese straordinario, un Paese che ha saputo offrire (e tuttora offre) molte opportunità di lavoro. Un Paese dove non esiste il comunismo e non esiste l’invidia sociale.
Ha un Presidente che ha affrontato in modo deciso la drammatica situazione dovuta al Coronavirus mettendo sul tavolo i soldi necessari per affrontare la crisi, a differenza delle chiacchiere del nostro governo.
Donald Trump ha fatto cose straordinarie per il bene del suo Paese riducendo il tasso di disoccupazione al 3.9% , grazie ad una importante diminuzione dell’imposizione fiscale per le aziende americane, passando dal 35 al 21%: numeri che hanno incoraggiato gli imprenditori americani ad aumentare le assunzioni. L’Italia è un Paese con un Governo comunista che va contro le aziende e contro chi vuole lavorare, un governo che è a favore dei sussidi, perché portano voti. Questa è l’Italia, con un governo senza spina dorsale, fatto di persone inesperte e totalmente inadeguate, altrimenti avrebbe già concluso gli interventi di carattere economico come hanno fatto la Germania, la Svizzera, gli Stati Uniti ed altri Paesi.
“L’Italia e’ come una nave in mezzo al mare, affidata a un Comandante che non ha idea di quale rotta prendere“.