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Folla ai funerali del 15enne investito dalla soldatessa

E’ folla intorno alla bara bianca coperta di mazzi di fiori nella chiesa del Beato Odorico di Pordenone per i funerali di Giovanni Zanier, il ragazzo di 15 anni morto dopo essere stato travolto e balzato in avanti da un’auto guidata da una militare statunitense di venti anni, ubriaca. Una folla che ha riempito la chiesa per una lunga cerimonia. Folla composta e commossa, di parenti, conoscenti e soprattutto tanti amici, coetanei della vittima. Insomma, l’intero quartiere di Pordenone dove viveva, si è stretto intorno alla famiglia. Molti giunti con le moto, con maglie con le foto “Gio love”. Oltre ai genitori, ovviamente, erano presenti anche il comandante della Base Usaf, Gen. Clark, e il comandante italiano

COMANDANTE BASE USAF A GENITORI RAGAZZO, IMMENSO DOLORE
Un semplice, lungo e delicato abbraccio tra genitori. E’ stata l’essenza dell’incontro – in forma privata – tra i vertici della Base Usaf di Aviano (Pordenone) e la famiglia di Giovanni Zanier, il ragazzo di 15 anni travolto e ucciso dall’auto di una soldatessa statunitense che guidava ubriaca. Chi ha assistito alla breve visita parla di commozione sincera, di dolore e vicinanza che il comandante Tad D. Clarke ha espresso ai parenti del ragazzo. Restando a disposizione anche per future esigenze.

La grande famiglia Usaf – che ad Aviano conta quasi 10 mila persone, tra militari e congiunti – ha espresso in questo modo lo stato d’animo che si respira nella Base, dove Julia Bravo, l’aviere ventenne, è ai domiciliari dal 21 agosto. Misura che non sarà attenuata a breve, come ha ammesso il suo difensore, Aldo Masserut: “Non sono questi i momenti per presentare istanze alternative, non faremo alcuna azione fino alle esequie. Ci siamo limitati a chiedere copia degli atti depositati. Fino ad ora non ho nemmeno voluto approfondire l’accaduto: ho bisogno che comprenda bene, non solo linguisticamente, ma anche praticamente, le gravi conseguenze di ciò che ha fatto”.

In questa atmosfera di grande garbo umano e istituzionale, il legale ha sottolineato che la giovane “è ancora completamente frastornata”. D’altronde, ha ribadito, “stiamo parlando di una ragazza di soli 20 anni. Tra qualche giorno affronteremo assieme la strategia difensiva che prescinde dalle decisioni che verranno assunte circa la giurisdizione del caso, le quali arriveranno tra qualche mese. Per ora noi procediamo come se il processo si celebrasse certamente in Italia”.

Fonte Ansa.it

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