Roma, 8 mar. (askanews) – Un parziale modesto disinvestimento dal settore petrolifero. E’ quanto ha deciso il fondo sovrano norvegese, uno dei principali al mondo con un portafoglio di partecipazioni azionarie e asset finanziari da circa mille miliardi di dollari.Dopo una consultazione pubblica e una raccomandazione da parte del ministro delle finanze, il Fondo norvegese ha deliberato che saranno vendute le partecipazioni in 134 società petroliferi. Una soluziione di compromesso, in quanto il fondo manterrà la quote dei big del petrolio mondiale. Non verranno vendute le partecipazioni detenute in ExxonMobil, Eni e Royal Dutch.Nella lista delle 134 società da cui uscirà il Fondo norvegese c’è solo un’italiana, la Saras della famiglia Moratti. Tuttavia figurano alcune compagnie di primo piano come le americane Anadarko Petroleum e Valero Energy, la cinese Cnooc, l’inglese Tullow. Si tratta in prevalenza di aziende che operano nell’esplorazione.Il parziale disinvestimento dal petrolio è motivato con l’esigenza di ridurre la vulnerabilità al “rischio petrolio”. Il fondo della Norvegia detiene partecipazioni in oltre 300 compagnie petrolifere a livello mondiale. La decisione deliberata oggi prevede che 134 saranno esclude dall’indice GPFG e quindi potenzialemente destinate alla vendita. Queste 134 partecipazioni in valore ammontano quasi 7 miliardi di euro, circa l’1% del valore del portafoglio azionario del fondo.Per quanto riguarda la componente italiana del portafoglio del fondo norvegese, soltanto la quota nella Saras (pari al 3,11%) verrà alienata. Il fondo è tra i principali investitori in Italia con partecipazioni in Eni (valore oltre 800 milioni di euro) che non sarà tra quelle in vendita. Il fondo detiene inoltre quota in Intesa Sanpaolo, Leonardo, Fca, Poste, Saipem.A livello globale ha investito in oltre 9mila società quotate (tra cui Apple Samsung, Microsoft), pari all’1,4% di tutti i titoli quotati nel mondo.
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