avvocatoinprimafila il metodo apf

Germania: 25.000 casi di pazienti di età pari o superiore a sei anni classificati come danni da vaccinazione

Problemi cardiaci, embolia, emicranie: molti casi tra i giovani

danni da vaccini

Infarti cerebrali, embolie polmonari, casi di sindrome di Guillain-Barré, una polineuropatia autoimmune che provoca paralisi e può essere fatale, ma anche centinaia di casi di forti emicranie, alcuni dei quali sono stati trattati anche in terapia intensiva. Nel 2021 le strutture sanitarie in Germania hanno trattato circa 25.400 casi di pazienti di età pari o superiore a sei anni classificati come danni da vaccinazione nella diagnosi secondaria. Il numero rappresenta un aumento di circa 18 volte rispetto al 2020. L’informatico Tom Lausen è stato il primo a richiamare l’attenzione su questo problema in un’intervista con la giornalista Milena Preradovic.

Un nuovo codice di fatturazione per i danni da vaccinazione Covid-19

Sono sempre di più i casi di persone che soffrono effetti collaterali indesiderati dalle vaccinazioni. Comprensibilmente, tali reazioni sono considerate gravi, tra gli altri, quando le persone interessate devono essere trattate in ospedale in conseguenza della vaccinazione. I dati InEK non forniscono solo informazioni su quanti pazienti sono stati trattati nelle cliniche tedesche durante l’anno. Mostrano anche la causa dei trattamenti, ovvero le diagnosi, in forma anonima. Perché questi dati devono essere contabilizzati dalle strutture sanitarie utilizzando un sistema di codifica internazionale. Finora esistevano tre codici per classificare altrettanti effetti collaterali diversi da vaccinazione: Y59.9, T88.0 e T88.1. Nel 2020, quando in Germania sono state somministrate in totale circa 47 milioni di dosi di vaccini diversi, l’InEK ha segnalato quasi 1.400 casi associati a uno di questi tre codici nella diagnosi secondaria, un numero di casi simile rispetto al 2019.

Le vaccinazioni contro il COVID-19 sono iniziate in Germania a fine dicembre 2020, in alcuni paesi anche prima. Ma la risposta dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) è arrivata solo più tardi. Il 1° aprile 2021 l’OMS ha introdotto un nuovo codice internazionale per gli “effetti collaterali indesiderati nell’utilizzo dei vaccini COVID-19”, come annunciato in anticipo dalla Kassenärztliche Bundesvereinigung (KBV), l’Associazione nazionale tedesca dei medici dell’assicurazione sanitaria, sul proprio sito Web a metà marzo 2021. Da aprile, i medici che diagnosticano una malattia del paziente come “danno da vaccinazione COVID-19” devono utilizzare il codice U12.9 ai fini contabili. Che tutti i medici ne fossero a conoscenza in quel momento è, quanto meno, dubbio.

Circa 24.000 casi in più rispetto all’anno precedente

Ciò significa che, nella migliore delle ipotesi, alcuni dei pazienti che hanno richiesto un trattamento clinico dopo una vaccinazione Covid sono stati contabilizzati molto probabilmente utilizzando gli altri tre codici. Questa ipotesi è confermata anche dai numeri: nel 2020, come nell’anno precedente, i casi sono stati quasi 1.400, nel 2021 quasi 9.500. Ciò significa che circa 8.100 casi clinici in più rispetto all’anno precedente sono stati classificati utilizzando uno dei codici per gli effetti collaterali generali da vaccinazione utilizzati prima del 2020. In aggiunta a questi, vi sono poi altri 15.933 casi ospedalieri a cui è stato assegnato direttamente il codice univoco U12.9 per effetti collaterali da vaccinazione Covid a partire dal 1° aprile 2021. Ciò significa che in almeno 15.900 casi di trattamento i medici hanno diagnosticato un danno da vaccinazione come diretta conseguenza di un vaccino COVID (dal 1° aprile 2021). Inoltre, si registra un aumento non confermato di 8.100 casi rispetto all’anno precedente di casi di danno da vaccino diagnosticati, ma comunque provvisti di uno degli altri codici. Si può quindi ragionevolmente concludere che circa 24.000 persone hanno dovuto essere curate in una struttura ospedaliera a causa di un danno da vaccino COVID-19 diagnosticato.

2.700 casi di terapia intensiva in più e oltre 270 decessi

Lo stesso vale per i casi in terapia intensiva. Durante il primo anno della pandemia, gli ospedali hanno segnalato all’InEK 209 trattamenti in unità di terapia intensiva a causa di un danno da vaccino diagnosticato. Nel 2021 erano circa 14 volte di più, ovvero oltre 2.900, di cui 1.832 con codice U12,9, ossia direttamente attribuibile alla vaccinazione Covid. Si può quindi presumere che un totale di circa 2.700 casi di unità di terapia intensiva siano stati diagnosticati come danni da vaccino Covid-19.

Anche il numero delle persone morte con una diagnosi di danno da vaccino è aumentato di dieci volte. Nel 2020, ad esempio, gli ospedali hanno segnalato esattamente 30 pazienti con motivo di dimissione “decesso”, ma nel primo anno della vaccinazione Covid-19, il 2021, sono stati registrati in totale 306 casi di decesso, di cui 183 con codice U12.9.

Problemi cardiaci, embolia, emicranie: molti casi tra i giovani

Interessanti anche le diagnosi più comuni che si trovano nel database sopra indicato. In cima alla lista figurano problemi cardiaci gravi che spesso richiedono un trattamento di terapia intensiva (si va da centinaia di casi di infiammazione del muscolo cardiaco e del pericardio, a infarti, aritmie cardiache fino a valori di pressione estremamente elevati).

Particolarmente colpiti da questi problemi cardiaci sono i giovani. Ci sono stati più di 650 casi di questo tipo nel gruppo sotto i 30 anni e circa 150 si sono verificati in bambini e adolescenti di età inferiore ai 18 anni.

Inoltre, gli ospedali hanno spesso diagnosticato infarti cerebrali, embolie polmonari, casi di sindrome di Guillain-Barré, una polineuropatia autoimmune che provoca paralisi e può essere fatale, ma anche centinaia di casi di forti emicranie, alcuni dei quali sono stati trattati anche in terapia intensiva.

In oltre 3.500 dei 15.900 casi di trattamento che hanno ricevuto il codice U12.9 per danni da vaccinazione causati dai vaccini Covid, i pazienti avevano meno di 30 anni. È quasi un quarto. Di questi, quasi 600 pazienti avevano meno di 18 anni. In 59 casi sono finiti in un reparto di terapia intensiva. Quasi il 60% di tutti i casi di U12.9 ha colpito persone di età inferiore ai 60 anni.

Più danni solo perché ci sono state più vaccinazioni?

Secondo l’Ufficio federale di statistica, in Germania vengono somministrati ogni anno circa 40 milioni di dosi di tutti i possibili vaccini. L’anno scorso sono stati somministrati circa 160 milioni di vaccini Covid approvati in Germania, ossia quattro volte di più rispetto a tutte le altre malattie. In termini puramente aritmetici, i casi di danni da vaccinazione trattati clinicamente e causati dalle vaccinazioni Covid avrebbero dovuto essere circa quattro volte più elevati rispetto al 2020. In teoria, ci saremmo aspettati di vedere 5.600 casi. Sommando i circa 1.400 casi relativi ad altri vaccini si sarebbe ottenuto un totale di circa 6.000 casi.

Peccato che siano stati complessivamente 24.000 i trattamenti ospedalieri con diagnosi di danno da vaccinazione. Questo numero è più di quattro volte superiore a quanto ci saremmo aspettati. Per quanto riguarda il numero dei trattamenti in terapia intensiva, ci saremmo aspettati un aumento totale di poco più di 1.000 casi utilizzando questo metodo di calcolo. In realtà, ci sono stati circa 2.700 casi di questo tipo.

Fontehttps://giubberosse.news/

Exit mobile version