Questa mattina alle 11 i funerali delle vittime i cui familiari hanno accettato i funerali di Stato. Condivisibile l’atteggiamento di quanti non li hanno voluti. Non abbiamo voglia di polemiche, ma il “peccato originale” c’è e va raccontato
Ancora una volta, mentre si discute su decadenza, revoca o “caducazione” (così il Governo, per comprensibile prudenza) della concessione ad Autostrade, si affaccia lo spettro di questa proficua e benefica Unione europea (si faccia avanti chi ha ancora il coraggio di affermare che è stata la nostra salvezza). Furono soprattutto i governi D’Alema (1998-2000) a decidere le privatizzazioni, perché occorreva far cassa in vista dell’ingresso nell’Ue, che chiedeva una riduzione drastica del debito pubblico. Solo a noi, peraltro. Sull’affarone della svendita dei “gioielli di famiglia” dell’Italia si buttarono, com’è ovvio e come sempre accade in questo Stato privo di diritto, squali grandi e piccoli, che ottennero i disinteressati favori della politica (stiamo scherzando, naturalmente).
Gli squali -più o meno sempre gli stessi- da allora non mollarono mai l’osso e i favori continuarono, con proroghe incredibili e privilegiate delle concessioni, e con contratti capestro per lo Stato. Il già ministro delle Infrastrutture “cattolico adulto” tutto d’un pezzo (nove figli e Santa Messa tutte le domeniche, forse anche il sabato) si vantò di desecretare il contratto con Autostrade -che poi prolungò “motu proprio” e fino al 2042 (!) pochi giorni prima di lasciare il Governo-, ma si guardò bene di rendere pubbliche le penali che la Società delle Buone Opere di Ponzano Veneto avrebbe dovuto pagare in caso di inadempienza. Paradossale anche la scusa per giustificare di fronte alla Commissione europea l’incredibile proroga: così si sarebbe ridotto l’aumento dei pedaggi.
Probabilmente la clausola sulle penali è ridicola, di favore e vergognosa. Staremo a vedere. Nel frattempo gli squali che, armati di soldi spremuti ai cittadini e di avvocati di grido reclamano i 20 miliardi dovuti in caso di revoca della concessione (altro privilegio assurdo, calcolato per eccesso, senza una logica matematica, un favore vergognoso e spaventoso), affilano i denti. Per non doverli remunerare persino per l’omicidio plurimo che hanno commesso, bisognerà provare la colpa grave. Si profila una causa lunga, difficile, mentre “la Magistratura indaga” la ferita lentamente si rimarginerà, la gente dimenticherà.
In un modo o nell’altro, i colpevoli pagheranno sicuramente molto meno di quel che hanno lucrato. La vera ragione del lutto di oggi è proprio questa.