Quasi 175mila sinistri registrati nello scorso anno. Puntare i riflettori su questo tema serve per attirare l’attenzione sulle cause che provocano questa strage e accelerare i processi decisionali che possono aiutare a ridurne l’impatto
La ‘Giornata nazionale in memoria delle vittime della strada’ non vuole essere solo un momento di ricordo e riflessione dedicato ai tanti italiani che perdono la vita per incidenti stradali: sono stati 3.378 nei quasi 175mila sinistri registrati nello scorso anno. Occorre davvero porre fine a questa strage silenziosa.
I numeri, così come sottolineato dal presidente dell’Automobile Club d’Italia, Angelo Sticchi Damiani, parlano da soli: ogni giorno 9 persone muoiono sulle strade del nostro Paese e complessivamente nel 2017 ci sono stati 246.750.feriti.
Dopo una riduzione nel 2016, secondo l’ISTAT lo scorso anno il numero dei morti è tornato a crescere del 2,9% con 95 vittime in più. Ed è sconvolgente il fatto che i sinistri che si verificano sulle strade siano la prima causa di morte per i giovani sotto ai 30 anni, 668 lo scorso anno. ”La mobilità è una componente della vita di tutti noi – ha dichiarato Sticchi Damiani – ma non può esigere un così alto tributo morale, sociale ed economico (i costi sociali ogni anno superano i 19 miliardi di euro). Soprattutto adesso, che le nuove tecnologie rendono le nostre auto così sicure da riuscire a scongiurare buona parte degli incidenti e a ridurre sensibilmente gli effetti di quelli che non si riescono ad evitare”. Tra gli ‘attori’ di questo impegno per migliorare la situazione sulle nostre strade un ruolo primario è da sempre affidato alla Polizia Stradale, che ricorda l’importanza del rispetto delle norme del Codice della Strada e in particolare nel rispetto scrupoloso dei limiti di velocità.
E’ soprattutto indispensabile – sottolinea la Polizia Stradale – evitare ogni forma di distrazione legata soprattutto all’ utilizzo di smartphone o cellulari mentre si è alla guida. Sono condotte che troppo spesso vengono archiviate come di poco conto. In realtà costituiscono un grave rischio per se stessi e per gli altri. ”Le statistiche ci dicono che il 90% degli incidenti sono imputabili all’uomo – sottolinea il presidente dell’ACI – disattenzione, uso improprio del cellulare, mancato rispetto delle norme e della segnaletica, velocità non adeguata sono cause che vanno debellate accrescendo il senso di responsabilità e migliorando le capacità di guida di tutti gli utenti della strada”. Per prevenire l’incidentalità giovanile ed educare alla sicurezza stradale da ormai da 19 anni la Polizia è impegnata nel Progetto Icaro, la campagna di educazione stradale che ha raggiunto 200mila studenti delle scuole di ogni ordine e grado.
Fonte: ansa.it