(ANSA) – GENOVA, 19 APR – Erano da poco passate le 17 quando
la pinza dell’escavatore dei record, lo stesso che ha abbattuto
parte delle vele di Scampia, ha dato il primo colpo a una delle
due “dighe” di Begato ed è così che è entrata nel vivo la
demolizione dell’imponente complesso di edilizia popolare sorto
in Valpolcevera negli anni Ottanta e diventato simbolo di
degrado e disagio sociale. Sono 474 gli appartamenti da
abbattere. Al posto delle dighe sorgeranno 55 appartamenti,
costruiti secondo un sistema abitativo innovativo, tra edilizia
residenziale sociale e edilizia residenziale pubblica, ma anche
spazi per lo sport e la socialità.
La demolizione parte dalla “diga bianca”, un palazzo di 22
piani in via Maritano per poi proseguire con quella rossa, per
un totale di 170 mila metri cubi di materiale che verranno
eliminati e 474 appartamenti abbattuti entro la fine di
novembre. L’obiettivo di Regione, Comune e Arte (l’istituto
delle case popolari) è di ultimare il piano di rigenerazione
urbana del quartiere entro fine 2023. “Questa è una risposta a chi dice che siamo cementificatori –
ha detto il presidente della Regione Giovanni Toti – noi al
contrario il cemento lo demoliamo e lo sostituiamo con edifici
sostenibili da un punto di vista ambientale, faremo il possibile
perché non si ripetano gli errori urbanistici del passato”. “Oggi diciamo addio al concetto di ghetto – ha detto il
sindaco di Genova Marco Bucci – noi vogliamo che in ogni
quartiere coesistano abitazioni, uffici, servizi e negozi,
questo è un cambio di rotta nell’ambito dell’edilizia sociale,
per un nuovo quartiere con più servizi e una maggiore qualità di
vita”. (ANSA).
Fonte Ansa.it