Michel Pelliccioni è il successore di uno dei maniscalchi più conosciuti della Valle d’Aosta: Edoardo Pascal, di Villeneuve, che ha abbandonato incudine, martello negli Anni ’90. “Qualche volta l’ho sostituito nella sua bottega. Era un vero Maestro’
GIGNOD. E ‘l’unico maniscalco in attività in Valle d’Aosta. Un mestiere relegato al ricordo di un passato remoto, rivitalizzato da Michel Pelliccioni, 45 anni, di Gignod, con tanto di diploma conseguito alla Scuola Veterinaria per Maniscalchi, di Mascalcia, località in provincia di Grosseto l’unica in Italia.
“Sono stato selezionato fra i primi dieci in Italia – dice – . Un traguardo scolastico che mi ha permesso di coronare il mio sogno. L’attrazione per questo lavoro antico di cui ho appreso l’abc da Dominque, maniscalco francese che veniva in Valle a ferrare i cavalli”.
Passione, estro, volontà e impegno, gli ‘ingredienti’ di spicco che hanno garantito il successo a Pelliccioni. “Prima di entrare alla grande in questo mercato avevo già cominciato a fare qualche piccola ferratura da privati.”.
II salto di qualità arriva con l’ingresso nei maneggi. Cavalli di varie razze diventano, in poco tempo, i ‘clienti fidelizzati’. E, in altrettanto breve periodo, l’orizzonte lavorativo si allarga con asini e muli di montagna. “Faccio anche il ‘pareggio’, ovvero il taglio delle unghie ai bovini.”
Le è capitato che qualche incidente? La ribellione di un animale?
“Più di una volta – ammette -. Sono anche finito in ospedale per un calcio ben assestato Gli equini calciano per difesa o per mancanza di addestramento da parte dei padroni”..
Come si comporta in questi casi?
“Con la tecnica della tranquillità .Accarezzo gli animali, trasmettendo loro fiducia, innanzitutto. Una volta rassicurati diventano docili, affettuosi. In poche parole, diventiamo ‘amici’. I cavalli dei privati li chiamo per nome.Si sono affezionati al punto da rimanere immobili mentre li ferro”, sorride Michel Pelliccioni.
Maniscalco, mestiere dei tempi che furono,abbandonato dalle nuove generazioni, ma destinato a ripiombare sul mercato del’occupazione per il ritorno consistente di maneggi e di appassionati di questi meravigliosi esemplari.
Michel Pelliccioni è la dimostrazione eloquente di come il classico ‘posto fisso’ stia quasi tramontando, in favore di attività altrettanto redditizie e gratificanti.
Tante soddisfazioni per questo ‘maréchal-ferrant, allevatore di cavalli. Racconta un episodio emblematico del suo rapporto simbiotico con gli animali. “Ho venduto un cavallo ad un privato dopo averlo allevato fino a tre anni. Un giorno scappa e non lo trovano. Preoccupati i nuovi proprietari mi telefonano. Arrivo con il mio Gippone e, nei prati di Saint Christophe, comincio a fischiare. Il cavallo riconosce il mio segnale sonoro e in un attimo arriva al gran galoppo. Lo abbiamo preso, ma mi sono sentito male. Una tristezza infinita che mi aveva fatto quasi pentire di averlo ceduto. Mi consola il fatto che è tenuto in maniera impeccabile”.
Nella sua azienda agricola, vivono in piena libertà, equini, ovini, cani, gatti e pollame vario. Una scuderia-fattoria visitata anche da turisti e residenti.
“Gli animali sono la mia vita. Non cambierei attività per nessun’altra proposta lavorativa. Anche qualora fosse più remunerativa. Il ‘dialogo’. con gli ‘amici a quattro zampe’ non ha prezzo”, conclude il maniscalco felice.