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I cambiamenti climatici stanno modificando le allergie 

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Non per tutti l’arrivo della primavera è una buona notizia. Dopo mesi di pioggia, freddo e alberi spogli, sui rami compaiono le prime foglioline, i boccioli, l’aria si fa ovattata e carica di pollini. E puntualmente, per chi soffre di allergia, arrivano starnuti e nasi gocciolanti. Ma chi ne è immune può davvero sentirsi al riparo?

No. La probabilità di iniziare a soffrire di allergie anche da adulti è alta: “Ogni anno in cui siamo esposti alle allergie abbiamo più probabilità di contrarle”, spiega Kung. È stato così ad esempio per Sonia Jauhar, 44 anni, americana. La donna ha vissuto per quasi tutta la sua vita libera da allergie fino a quando sei anni fa si è trasferita a Long Island, a New York. “I miei occhi iniziarono a lacrimare, mi sentivo sempre assonnata e avevo spesso mal di testa”, ha raccontato a CBS News. “Non riuscivo a capire il perché di questi sintomi mai avuti prima di allora”.

La storia di Sonia Jauhar non è rara. “È l’inevitabile conseguenza dell’esposizione ai pollini, che anno dopo anno ci rende sempre più sensibili a quell’agente”, spiega Neeta Ogden, specialista in allergia e portavoce dell’American College of Allergy, Asthma and Immunology.

“Il cambiamento climatico fa peggiorare le allergie”, sostiene Amiinah Y. Kung, MD, specialista in allergia e immunologia al Northwestern Medicine Central DuPage Hospital, a Winfield, negli Usa. “L’inverno non è più rigido come una volta e il caldo arriva prima. Una stagione più calda e più lunga fa sì che le persone possano sviluppare sintomi per la prima volta anche più avanti con l’età. A ciò si aggiunge anche l’inquinamento che ha la sua parte di responsabilità: “Smog e diossido di carbonio interagiscono con il polline, causando un peggioramento dei sintomi”.

Come si riconosce un’allergia? “Innanzitutto dalla durata”, spiega sempre alla CBS Aidan Long, direttrice del reparto di allergia e immunologia del Massachusetts General Hospital e professore associato di medicina alla Scuola di medicina di Harvard. “I sintomi di un’allergia sono gli stessi del raffreddore. Li differenziano febbre e mal di gola, presenti solo nei malanni di stagione, e la durata. Se i sintomi durano più di 10 giorni allora ci si deve insospettire”.

Oltre ai farmaci – perlopiù antistaminici – ci sono delle strategie da mettere in campo per ridurre i fastidi delle allergie. “Il polline raggiunge il picco nel primo pomeriggio. Gli allergici farebbero meglio dunque a uscire di casa al mattino presto o nel tardo pomeriggio e sera”. Il polline inoltre “si deposita sui vestiti quindi fare una bella doccia al rientro a casa e cambiarsi d’abito aiuta molto”.

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