Le misure restrittive collegate alla diuffusione del Coronavirus colpiscono pesantemente anche le sale cinematografiche. Costrette ad attrezzarsi per evitare la chiusura. Alla luce del nuovo decreto per tentare di contrastare l’emergenza che tra le altre cose prevede la sospensione delle “manifestazioni e gli eventi di qualsiasi natura, svolti in ogni luogo, sia pubblico sia privato, che comportano affollamento di persone tale da non consentire il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro…”, quindi, di fatto, impedendo l’abituale svolgimento di spettacoli cinematografici e teatrali, abbiamo contattato alcuni esercenti delle città capozona per cercare di capire come l’esercizio sta vivendo questo momento di grande difficoltà. Fra le ricette per affrontare l’emergenza Coronavirus la scelta di posti a sedere alternati, per mantenere la distanza fra gli spettatori, e il termoscanner all’entrata.
Distanze tra le poltrone e termoscanner. L’alternativa è la chiusura
“Credo sia la prima ordinanza dai tempi della guerra che ha efficacia alla firma e non dalle 24 ore successive, quindi già dalla giornata di oggi ci troviamo di fronte a due possibilità: chiudere la sala o provare ad adottare delle misure in linea con quanto disposto dal decreto”, dice Emanuele Ilari, titolare del Multisala Madison a Roma in via Chiabrera, punto di riferimento per il quadrante Sud della capitale, toccando i quartieri di San Paolo e Garbatella, oltre che il limitrofo Eur, e da qualche tempo titolare anche del Multisala Madison Cineworld di Iglesias, in Sardegna. “Lì già da qualche settimana siamo stati costretti a chiudere dal lunedì al giovedì, la fobia (in Sardegna, ad oggi, solo due contagi da Coronavirus, ndr) ha paralizzato l’affluenza, causando un calo degli introiti del 90%, quindi per ora siamo aperti solo dal venerdì alla domenica”, spiega ancora Ilari, già al lavoro in queste ore per provare a tenere aperta la sala di Roma: “Stiamo attrezzando tutte le 8 sale per garantire un metro e 10 cm di distanza tra una seduta e l’altra, facendo sedere le persone una poltrona sì e una no, perché diversamente la distanza non sarebbe garantita. Anche per la fila alla cassa faremo in modo di far rispettare le distanze previste tra una persona e l’altra, permettendo l’accesso al foyer a gruppi di cinque-sei persone per volta. Siamo anche dotati di termo-scanner, che utilizzeremo prima di far entrare la gente nella struttura”.