In Francia solo 165 soggetti sotto scorta, in Germania 40, in Gran Bretagna 20. Non è difficile per un politico ottenere la scorta: basta scriversi una lettera di minaccia e andare a imbucarla un po’ lontano da casa
Tra gli scortati: Maurizio Gasparri, Maria “Heidi” Boschi, Gianfranco Rotondi, Lorenzo Cesa, Nunzia de Girolamo, Lino Abbate, Federica Angeli, Michele Albanese, Ernesto Carbone, Magdi Allam, Maurizio Belpietro…già tra questi alcuni sono sconosciuti ai più, figuriamoci gli altri 500 e passa. 2100 uomini di Polizia, Carabinieri e Finanza, più 300 “per obiettivi fissi legati alle personalità sotto protezione” vengono ogni giorno sottratti al servizio del cittadino e, come molti casi dimostrano, spesso messi “a servizio” dei protetti, che accompagnano a fare la spesa, in palestra, al mare, a prendere i bambini a scuola. Per i politici la scorta è uno status symbol: è degradante arrivare a un comizio a Roccacannuccia o a Scurcola Marsicana senza un corteo di auto blindate, lampeggianti e guardie del corpo in assetto di guerra. Ah, non possono mancare i cecchini appostati già da un paio di giorni sui tetti del paese e le teste di cuoio confuse tra il pubblico in piazza. E poi ci si lamenta che la gente ha disaffezione (eufemismo) per la politica. Qualche anno fa emerse il metodo con cui anche l’ultimo dei consiglieri comunali può accedere allo status symbol della scorta, elementare: basta scriversi una lettera di minaccia e andarla a imbucare, per prudenza, lontano da casa e il gioco è fatto. In più ci si guadagna anche qualche bel titolone di giornale.