Altro che “casseurs”, cioè bande teppisti provocatori, o Marine Le Pen: la “rivolta dei gilet gialli” è spontanea ormai in tutta la Francia. Macron si identifica più che mai con i poteri forti e le lobby finanziarie che l’hanno mandato al potere
E’ nata come protesta dei lavoratori che hanno subito aumenti altissimi e ingiustificati dei prodotti petroliferi, decretati da quegli stessi petrolieri che, insieme agli altri poteri forti, bancari e finanziari, sono i veri burattinai del governo francese. (A proposito: e da noi, dove i carburanti costano ancora di più, con accise vergognose risalenti alla guerra d’Etiopia, tutti buoni e zitti?). Poi è diventata una rivolta di popolo contro il più inetto e detestato dei presidenti della repubblica Francese (l’80% dei suoi connazionali lo ritiene inadeguato e vorrebbe cacciarlo).
Popolo che egli, copertosi inoltre di ridicolo davanti al mondo intero con vicende personali boccaccesche e reazioni isteriche, disprezza al punto di calpestare regolarmente con imposizioni fiscali, miopia politica e incapacità amministrativa le classi meno abbienti. Se questo signorino spuntato dal nulla grazie all’appoggio di poteri oscuri (ma neanche tanto), che serve pedissequamente, avesse un minimo di dignità, si dimetterebbe. Ha instaurato una vera e propria tirannide finanziaria e i tiranni, in Francia, dalla Rivoluzione in poi non sono mai durati a lungo.
Da liberoquotidiano.it
Il movimento popolare, senza capi né guru carismatici, è la cosa più simile alla “rivolta” mai vista in Europa negli ultimi anni. Un mix di Forconi e M5s, ma molto più radicale e, se necessario, violento. Non a caso secondo il politologo Jérome Fourquet, intervistato dal Messaggero, “la Francia sta entrando in uno scenario all’italiana” perché al di là delle poche migliaia di “ultrà” in piazza a Parigi “il 70%della popolazione francese (ripeto: il 70 per cento) sostiene il movimento dei Gilets Jaunes“. È “l’espressione collettiva e globale di un rifiuto del potere al governo”, e numericamente è clamorosamente sovrapponibile ai voti che oggi raccoglierebbero, insieme, M5s e Lega, le due forze anti-sistema arrivate al potere in Italia. Ed è ancora più significativo che questo movimento abbia trovato così tanto vigore nel Paese il cui leader, Macron, è visto da Bruxelles e dagli europeisti come il baluardo contro l’ondata sovranista sull’Unione attesa per maggio. Più che un paradosso, un antipasto di ribaltone.