Pare che John Elkann abbia fatto ben tre viaggi a Zurigo trovandosi di fronte un muro di omertà da parte dei medici che avevano in cura il manager. Un eventuale funerale, rivelando “chi c’è e chi non c’è”, potrebbe chiarire molte cose
La morte di Sergio Marchionne, che ha monopolizzato per giorni i media con ricordi e commenti sulla vita e l’operato del manager, rischia di tenere ancora banco a lungo, trasformandosi in un giallo. La notizia che i vertici del gruppo FCA non fossero stati informati sulle reali condizioni di salute di Marchionne è apparsa all’inizio inverosimile. Com’è possibile che l’amministratore delegato dell’ottavo gruppo automobilistico al mondo non confidi ai vertici dell’azienda la gravità della sua malattia? Com’è possibile che l’azienda stessa non sapesse nulla e non si fosse insospettita dalle assenze, che non saranno certo state brevi, di un uomo noto per non staccare mai la spina e che si vantava di alzarsi tutti i giorni alle 4 per iniziare a lavorare?
Come ogni grande azienda che si rispetti la FIAT ha sempre avuto al suo interno un servizio di sicurezza di alto livello, attingendo, negli anni, a ex-carabinieri, poliziotti e agenti dei servizi segreti.
La sicurezza della Fiat, negli anni di piombo, affrontò il problema del terrorismo: tra gli operai dell’azienda erano presenti simpatizzanti, fiancheggiatori e appartenenti stessi delle Brigate Rosse come Angelo Basone, primo operaio della fabbrica ad entrare nella lotta armata e arrestato, pochi anni dopo la sua scelta, insieme a Renato Curcio.
La sicurezza della Fiat faceva controllare, pedinare e schedare non solo i suoi operai ma anche i suoi manager, per accertarne la fedeltà, e gli stessi componenti della famiglia Agnelli, per evitare scandali e potenziali esposizioni a ricatti.
La notizia della mancata comunicazione del proprio stato di salute da parte del manager ha generato una serie d’interrogativi. Si va dai misteriosi tre viaggi di John Elkann all’ospedale di Zurigo, dove era ricoverato Marchionne, nel corso dei quali il rampollo di casa Agnelli trovava un muro di omertà da parte dei medici (un Agnelli avrebbe mille modi, dai soldi al potere, per ottenere una notizia certa). Tumore, operazione sbagliata, embolia polmonare, gravissimo problema agli occhi?
Lo stesso Elkann ha ammesso, in questi giorni, di aver appreso la verità solo il 20 luglio, notizia confermata dalla famiglia del manager. C’è anche chi sostiene che, in realtà, i vertici dell’azienda fossero stati informati e che la famiglia Marchionne ed Elkann si siano messi d’accordo per non pregiudicare l’andamento delle Borse.
Una risposta concreta potrebbe arrivare dal funerale dell’ex amministratore delegato di FCA perché, come dice chi è pratico di mafia (scusateci il paragone irriverente), per capire i reali rapporti tra le famiglie bisogna vedere chi è presente e chi è assente, o non è gradito a una celebrazione funebre.
Da quello che è trapelato, anche il funerale del manager è coperto da grande riserbo, le esequie di Marchionne si terranno, o forse si sono già svolte (altro mistero), in forma strettamente privata.
Niente camera ardente al Lingotto, dunque, niente cerimonie pubbliche con autorità nazionali ed internazionali e vertici della FCA.