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IL CLUB TENCO ESPRIME IL PROPRIO DOLORE PER LA SCOMPARSA DI FRANCO BATTIATO

Nel comprensibile dolore che ci attanaglia in questo momento, il nostro cervello si affolla dei tanti ricordi dell’uomo e del cantautore Franco Battiato. Come ognuno sa, nelle giornate della Rassegna della Canzone d’Autore si consuma con intelligenza ed allegria la grande arte dell’incontro. Per questo le prime immagini che vengono in mente sono i momenti del dopo Tenco all’ultimo piano dell’Ariston, dove si tira tardi parlando di tutto. Guccini ricorda di quando, intorno ad uno di questi tavoli insieme a Fiorella Mannoia e Antonio Silva, Battiato raccontò un’infinità di barzellette facendo ridere tutti. Lui, che veniva preso in giro da tanti di noi attraverso le canzoncine satiriche di Davide Riondino che recitava le implorazioni di una improbabile mamma di Battiato: “Franco, esci di camera! Vai a giocare con gli altri bambini… sennò mi diventi grullo”.

Ovviamente la realtà più profonda è molto diversa e racchiusa in questa scheda del nostro responsabile artistico Sergio Secondiano Sacchi: “Dopo i primi tre album FetusPollutionSulle corde di Ares, su segnalazione del suo art director Gianni Sassi il club si era subito interessato alla rivoluzione musicale introdotta nella discografia italiana da Battiato. Si era alla vigilia della prima Rassegna, ma Franco non era allora interessato alla cosiddetta “canzone d’autore” ed era quanto di più lontano ci fosse dal mondo del cantautorato. Assorbito dal suo interesse e dalla sua pratica per le sonorità elettroniche, se ne stava in disparte a sperimentare nuovi modi di costruire musica.
Fu solo verso la fine degli anni Settanta, con l’introduzione di testi non più sintatticamente provocatori, che Battiato cominciò a costruire la sua originalissima fisionomia cantautorale.

Compiendo un percorso inverso da quello di buona parte dei colleghi italiani, dopo che le sue canzoni avevano vinto il Festival di Sanremo e si erano imposte nelle hit parade italiane ed europee, si decise, finalmente ad arrivare al Tenco. Era il 1990.

Nel 1992 vinse la Targa Tenco miglior canzone con Povera patria. Franco tornò altre due volte in Rassegna, nel 1999 (anno in cui vinse la Targa Tenco miglior album con Gommalacca) e nel 2000. Proprio in quel periodo aveva dato vita all’esperienza di Fleurs (con cui vinse la Targa Tenco Interpreti) dove, incurante di ogni etichetta di provenienza, aveva riproposto personalissime riletture della migliore musica leggera degli anni Sessanta. E poi tornò di nuovo nel 2009 quando gli venne assegnato il Premio Tenco. Si esibì sul palco dell’Ariston e partecipò al film di Wayne Scott Schizzi e palmizi“.

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