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Il Covid non dà tregua, Giuliano (Ugl Salute): “Operatori allo stremo delle forze”

Gli unici veri coraggiosi soldati di questa guerra

Cosa hanno si è fatto per frenare e combattere la pandemia? “È una domanda che devono
porsi tutti coloro che sono stati e si trovano in cabina di comando, affrontando, se ne hanno
coraggio, le proprie responsabilità. Siamo stati molto critici con il precedente Governo,
sottolineando a più riprese i gravissimi errori commessi. Non farlo ora sarebbe delittuoso” dice
con fermezza il Segretario Nazionale della Ugl Salute Gianluca Giuliano. “Certo le colpe per il
depauperamento della sanità partono da molto lontano e hanno, purtroppo, tanti padri e sono
di coloro che, nel nome dei tanto sbandierati pareggi di bilancio, hanno tolto risorse e forze al
SSN. In oltre due anni di lotta alla pandemia – prosegue il sindacalista – sembra non si sia fatto
tesoro di alcuna esperienza passata e ci troviamo di nuovo in una situazione drammatica,
seppur in presenza dell’utilizzo dei vaccini. Le strutture sanitarie sono al collasso, le ambulanze
nuovamente si accalcano al di fuori dei pronto soccorso e diventano giacigli di fortuna in attesa
che i pazienti possano essere presi in carico, quando si può, dalle strutture. In questo quadro in
prima linea continuano ad esserci loro, gli unici veri coraggiosi soldati di questa guerra al
Covid-19. Sono gli operatori sanitari, armati solo del proprio coraggio e della loro
professionalità, oramai allo stremo. Continuano ad essere la categoria di lavoratori più esposta
al contagio con numeri in aumento e che fanno rabbrividire. Non bastasse questo rischio
nell’adempimento del proprio dovere – dice ancora il Segretario Nazionale della Ugl Salute –
leggiamo ogni giorno notizie di aggressioni, fisiche e piscologiche ai danni dei professionisti
della salute impegnati in prima linea. Senza difesa dal virus, senza difesa dalla violenza, con
stipendi che, lo denunciamo da tempo, sono nettamente al di sotto della media dei colleghi
europei. Li hanno ricoperti di elogi e parole, buoni per il consenso politico, ma nella sostanza
poco o nulla è stato fatto. Il Pnrr doveva aprire a un potenziamento degli organici, con una
campagna di assunzioni che come sindacato chiedevamo coraggiosa ed incisiva, ma che tarda
colpevolmente a concretizzarsi. Di riconoscimenti pratici e adeguamento delle retribuzioni c’è
ben poca traccia. Chiediamo allora alle istituzioni di non perdere altro tempo per affrontare
una situazione ormai ad un passo dal punto di non ritorno. Per i lavoratori della sanità, per i
cittadini, per l’Italia intera” conclude il sindacalista.

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