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IL PROGETTO “CONDIVIDE ET ALBERA”: 150 NUOVI ALBERI A ROMA GRAZIE ALLA COLLABORAZIONE TRA FONDAZIONE CAPELLINO E DAJE DE ALBERI

Piantare alberi è sempre una buona idea, ma ancora di più è farlo nelle città. Isole di calore, concentrazione di inquinanti, eccesso di consumo energetico e mancanza di freschi ripari: le complesse condizioni dell’ambiente urbano sempre più spesso portano a peggiorare la qualità di vita di cittadini e animali, esponendoci a rischi per la nostra salute. 

Prende il via a Roma il progetto di riforestazione urbana Condivide et Albera, primo progetto dell’ambito “cambiamento climatico e riscaldamento globale” della Fondazione Capellino (che durerà fino a dicembre 2023). Nei prossimi mesi i verranno presentati i prossimi progetti di forestazione urbana che coinvolgeranno altre città italiane ed europee.

Giovedì 24 febbraio alle ore 9,30 alla Rotonda Maria Goeppert Mayer (Pietralata) si svolgerà la messa a dimora di tre cipressi e successivamente – alle 11 in via Oreste Tommasini, 12 (Nomentano) – saranno piantumati dieci aceri. 

L’iniziativa è patrocinata dalla Regione Lazio, dal IV Municipio e dall’Assessorato all’Ambiente del II Municipio.

Il progetto di rigenerazione ambientale urbana prevede entro la fine del 2023 centocinquanta nuovi alberi a Roma. Nasce dalla collaborazione tra la Fondazione Capellino, l’Associazione di Tutela Ambientale Daje de Alberi e il Dipartimento Tutela Ambientale di Roma Capitale con la partecipazione del professor Francesco Ferrini, tra i massimi esperti italiani e internazionali di Arboricoltura. Daje de Alberi, grazie al contributo e al sostegno della Fondazione Capellino, si occuperà della messa a dimora, del monitoraggio e della cura degli alberi in collaborazione con altre associazioni, residenti, commercianti e istituzioni.

La particolarità del progetto non consiste esclusivamente in un meccanico piantare e curare gli alberi. Fondamentale è l’approccio sociale e culturale perché punta a coinvolgere tutte le generazioni attraverso gli eventi di cura costante nei diversi quartieri e la sensibilizzazione attraverso i media e i social. 

Grande attenzione verrà dedicata alla scelta degli alberi adatti: mettere l’albero giusto al posto giusto è fondamentale, particolarmente in città. I nostri alberi saranno scelti tra quelli indicati dall’Ufficio Sistema Arboreo Capitolino fra le specie resistenti ai cambiamenti climatici nel rispetto della biodiversità.

La rilevanza scientifica, determinante per misurare i benefici ecosistemici della riforestazione urbana, sarà garantita e certificata dal professor Francesco Ferrini, docente di Arboricoltura all’Università di Firenze, che si occuperà della misurazione di CO2 assorbita dagli alberi e dello studio della microbiologia del suolo con l’utilizzo di rilevatori ambientali. Lo studio scientifico potrà porre le basi per uno studio-pilota, successivamente esportabile nonché comparabile tra realtà analoghe.

Daje De Alberi, nata ufficialmente quest’anno come associazione riconosciuta, è un’idea basata sulla cura del bene comune e della bellezza.

Perché il motto Condivide Et Albera?

L’impero romano si fondò sulla concezione del “Divide Et Impera”, l’Umanità intera oggi è chiamata ad affrontare la più grande sfida o forse ‘guerra per la sua sopravvivenza’, il cambiamento climatico, una guerra calda, subdola, costante che colpisce con eventi estremi in tutto il pianeta, dei quali tutti siamo responsabili nessuno escluso. Difendere gli alberi esistenti, piantare nuovi alberi e arbusti, coltivare fiori, curare il verde esistente nelle nostre città fa parte delle possibili soluzioni che abbiamo a disposizione per migliorare la qualità della vita e mitigare gli effetti devastanti del climate change”. (Lorenzo Cioce – Fondatore di Daje de Alberi) 

Il declino delle risorse, il cambiamento climatico e l’aumento della popolazione urbana trasformeranno le città del futuro – afferma il prof. Francesco Ferrini – Ma come saranno effettivamente questi centri urbani? Costruire città di successo del futuro o rigenerare i centri urbani richiederà un’armonizzazione con l’ambiente naturale e la biodiversità. Non c’è mai stato un momento più convincente per pensare a come dare vita a queste città del futuro nelle quali il verde, e gli alberi in particolare, dovranno essere gli attori della trasformazione per garantire un futuro all’Umanità. Perché – sottolinea Ferrini – piantare alberi non contribuirà a salvare il pianeta, che troverà il modo di ritornare come prima e di salvare sé stesso da noi. Piantare alberi contribuirà a salvare noi stessi”.

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