(ANSA) – BRESCIA, 29 APR – “Mario Bozzoli non è stato
bruciato nel forno della sua azienda”. Lo ha detto dal banco dei
testimoni Cesare Cibaldi, consulente metallurgico che ha
lavorato sui forni della fonderia di Marcheno, nel Bresciano,
dove l’8 ottobre 2015 è svanito nel nulla l’imprenditore Mario
Bozzoli.
Nel corso della nuova udienza del processo a carico di
Giacomo Bozzoli, nipote della vittima, Cibaldi ha specificato: “Nel forno più piccolo non ci sarebbe stato fisicamente, nemmeno
sdraiato o legato. Nel forno più grande – ha aggiunto Cibaldi –
sarebbe stato comunque problematico gettarlo. Mettendo un corpo
in 900 gradi avremmo assistito ad un esplosione con 540 metri
cubi di gas che si sarebbero sprigionati in poco tempo. E poi si
sarebbe avvertito un forte odore di carne bruciata, non per un
giorno ma per settimane”. (ANSA).
Fonte Ansa.it