In Italia 6 pensionati su 10 percepiscono meno di 750 euro al mese e sempre si più si trasferiscono in Paesi dove la vita costa meno. Negli ultimi 7 anni la comunità tricolore in Marocco è cresciuta del 149% e in Thailandia del 137,7%
Con 6 pensionati su 10 che prendono meno di 750 euro al mese sono sempre di più gli italiani che si trasferiscono in Paesi dove la vita costa meno e le tasse sono più basse come il Marocco dove la comunità tricolore è cresciuta del 149% negli ultimi 7 anni o la Thailandia che registra un incremento del 107,7%. E’ quanto emerge da un’analisi dell’Unione europea delle cooperative Uecoop su dati Aire in relazione all’esigenza di rilanciare i consumi interni scongiurando l’aumento dell’Iva che inciderebbe sulla capacità di spesa delle famiglie in un momento in cui si avvertono preoccupanti segnali di stagnazione dell’economia con il calo del reddito e del potere d’acquisto secondo l’Istat.
Fra carrello della spesa e bollette – sottolinea Uecoop – la vita in Italia è ormai una sfida quotidiana di sopravvivenza soprattutto per i pensionati che sempre più spesso cercano nuovi posti dove vivere e soprattutto incassare l’assegno dell’Inps al lordo dei contributi o con una tassazione che, di solito, non supera il 20% in modo da garantirsi una maggiore serenità nella vecchiaia e la possibilità di spendere qualcosa di più per le proprie esigenze personali e di salute. Un movimento demografico verso l’estero che dalla crisi economica internazionale del 2009 fino a oggi ha coinvolto oltre un milione di italiani non solo verso Marocco e Thailandia che contano insieme quasi 10mila espatriati, ma anche verso Malta che schiera una comunità di oltre 4.500 italiani più che triplicata rispetto a 7 anni fa, mentre il Portogallo con oltre 6.500 persone ha registrato una crescita del 61,7%, oppure ci sono i circa 5.200 che hanno scelto la Tunisia, raddoppiati rispetto a 7 anni fa, o i 10.700 che hanno puntato sui Caraibi: 2 su 3 a Santo Domingo e il resto a Cuba con un aumento rispettivamente del 48% e del 77%.
La qualità della vita fra consumi e servizi diventa così uno dei principali parametri di valutazione anche per chi, conclusa la propria stagione professionale, deve decidere come organizzarsi il futuro, ma è chiaro – sottolinea Uecoop – che non tutti possono o vogliono trasferirsi all’estero lasciando casa, figli, nipoti o amici. E allora insieme a una crescita economica che favorisca la vita delle famiglie, in un Paese come l’Italia dove ci sono 13,5 milioni di persone sopra i 65 anni, destinate con gli anni ad aumentare – conclude Uecoop – la gestione della terza età diventa un punto fondamentale del welfare sia sul fronte pubblico che su quello privato con un sempre maggiore coinvolgimento delle oltre 9.700 cooperative sociali che si occupano anche di assistenza sul territorio nazionale.