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In Puglia nasce la prima foresteria per braccianti agricoli immigrati

Secondo il presidente della regione Michele Emiliano è “un modo per consentire alle imprese agricole che hanno bisogno di manodopera, di far alloggiare le persone in modo civile, rispettando i loro diritti di lavoratori”

“Chi e’ ospitato qui, ha il permesso di soggiorno e il contratto di lavoro, quindi la catena della legalita’ e’ assicurata – sottolinea Michele Emiliano, presidente della regione Pugliai moduli abitativi sono sobri, climatizzati, e sono gli stessi nei quali dormono i nostri soldati nelle missioni all’estero o gli operai di un qualunque cantiere che non abbia a disposizione altre soluzioni alloggiative. Ogni struttura ha tutto cio’ che serve a consentire un buon riposo da parte di tutti gli occupanti”.

L’obiettivo della foresteria e’ anche quello di “evitare il cosiddetto caporalato sin dall’inizio, perche’ questo e’ un luogo controllato, dove le forze dell’ordine verificano chi viene a prendere i lavoratori e a quali condizioni e, ovviamente, tutto questo per noi e’ un passaggio di civilta'”.

Lo sfruttamento del lavoro “danneggia non solo la nostra anima, ma anche la nostra capacita’ commerciale – continua Emiliano – questo lo dico per i piu’ cinici che prenderanno questa iniziativa come un eccesso di delicatezza nei confronti dei nostri fratelli che vengono a lavorare in campagna, senza dei quali le ciliegie non si potrebbero raccogliere. Questo e’ bene che non lo si dimentichi mai”. 

Ci sono dei paesi come l’Italia – prosegue – che non trovano lavoratori in agricoltura e devono chiamarli dall’estero. E’ chiaro che se questo lavoro si regolarizza e tutti vengono pagati alla stessa maniera, non c’e’ più sfruttamento della manodopera che viene da fuori, ed e’ possibile che anche i lavoratori italiani vedendosi retribuiti in modo adeguato possano ritornare a lavorare in agricoltura. Il caporalato invece consente di fare una concorrenza sleale ai lavoratori italiani perche’, pagando la meta’, impediscono una ragionevole retribuzione, ed ecco perche’ molti di loro preferiscono non lavorare nei campi. Dare una retribuzione uguale a tutti significa quindi impedire il dumping del caporalato”.

“Il nostro puo’ essere un modello – ha concluso il presidente Emiliano – non soltanto per la raccolta delle ciliegie. Prima c’era una situazione di deregulation assoluta, adesso invece c’e’ un campo pubblico sorvegliato, con una cooperativa che deve rispettare un contratto, con le Forze dell’Ordine che sono in grado di vedere chi entra e chi esce e l’amministrazione comunale che collabora con tutti i mezzi per attuare una civile accoglienza dei lavoratori, senza dei quali le famosissime e buonissime ciliegie di Turi rimarrebbero sugli alberi”. 

La Foresteria e’ stata realizzata a Turi, su un’area di proprieta’ comunale nei pressi dell’impianto sportivo “Oronzo Pugliese”, in strada Cisterne. La Regione Puglia, approvando un provvedimento di giunta con il quale si prevede la fornitura al comune di Turi di tutto il materiale utile per ospitare 150 lavoratori migranti, ha voluto cosi’ accogliere le esigenze espresse dalle istituzioni, dalla comunita’ locale e dagli stessi lavoratori, in questa stagione impegnati prevalentemente nella raccolta delle ciliegie.

La Foresteria e’ stata intitolata a Stefano Fumarulo, dirigente della regione Puglia prematuramente scomparso, la cui vita e’ stata dedicata in gran parte alla lotta contro le mafie, alla tutela dei diritti dei migranti e alla costruzione di una societa’ multietnica, alla presenza dei suoi genitori. 

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