Cronostoria di una tragedia. Strappata ai genitori da un giorno all’altro senza alcun motivo grave,il lungo calvario di Jasmine, finito male…?
di Max Massimi
Tutto inizia il 12 settembre 2018 quando Jasmine 15 anni, è vittima di un violento stupro a Londra.I genitori per farle cambiare aria considerato l’enorme e motivato disagio che vive, decidono di trasferirsi a roma, cosi in accordo con il marito Francesca (mamma di Jasmine)il 15 febbraio 2019 arriva a Roma insieme con la figlia.
A Giugno 2019 Francesca, si reca alla ASLRM 4 di Civitavecchia, per richiedere un supporto psicologico, convinta che fosse necessario per aiutare la ragazza a superare l’incubo in cui era stata proiettata. La ragazza viene sottoposta a un test ma, non leggendo bene l’italiano, il risultato finale la riconoscerà come malata; si parla di una ragazza che in Inghilterra aveva una vita regolare, con una famiglia tranquilla, andava bene a scuola e aveva una vita sociale normale. Francesca viene dunque informata che la ragazza ha bisogno di una struttura psichiatrica, la madre rifiuta la struttura proposta dalla ASLRM 4 e richiede lo psicologo, che le viene negato.
Negato semplicemente perché non ne dispongono più, essendo quest’ultimo, divenuto direttore.
A insaputa del genitore la ASLRM 4 contatta gli assistenti sociali e si attiva il tribunale dei minori, a questo punto la madre riceve la convocazione da parte degli assistenti sociali a settembre 2019.
Il 19 ottobre arriva il primo decreto amministrativo che “riduce” la genitorialità: Francesca può solo provvedere al mantenimento della minore ma non ha alcun potere decisionale, viene nominato un amministratore di sostegno che, sarà una delegata del Sindaco, Ernesto Tedesco, nonché assistente sociale (la madre vedrà questa figura solo il 30 giugno 2020).
Vengono anche assegnate due educatrici dagli assistenti sociali, una è stata vista solo tre volte e l’altra solamente una.
Jasmine comincia a soffrire questa nuova situazione, ciò nonostante a novembre comincia a frequentare la struttura a Roma ( di cui, tra l’altro, gli assistenti cercavano di tenere celata la sede alla madre ), partecipando, qualche ora al giorno, a sedute psicologiche, ogni 15 giorni, circa, fa un grande sforzo a collaborare in questo percorso, infatti ha paura di essere sottratta alla madre. Questo ha causato all’adolescente, già traumatizzata e con un carico psicologico non indifferente, ulteriore stress, agitazione e malessere.
A questo punto Jasmine, dopo aver assistito a un intervento violento, dove una ragazzina veniva schiacciata a terra dagli operatori, fino a farla quasi soffocare, comprensibilmente, si spaventa e inizia a rifiutare le sedute.
Il 25 di gennaio 2020, Jasmine ha un momento di debolezza, quindi si arrabbia e si altera, cosa che capita o che può capitare a chiunque di noi nella quotidianità, quindi i vicini chiamano i carabinieri e l’ambulanza. Prima di portare la ragazza all’ospedale, gli operatori sanitari informano la madre che non potrà andare con la figlia e, Francesca, sempre collaborativa con le disposizioni e le istituzioni, rispetta questo impedimento, visto che, comunque, non avrebbe potuto nemmeno lasciare a casa da solo il figlio più piccolo. Jasmine, allora, mantenendo sempre il contatto telefonico con la mamma, viene portata all’ospedale di Civitavecchia dove viene contattato l’amministratore di sostegno. Jasmine riferisce alla madre che sul posto ci sono i poliziotti e un assistente sociale.
La mattina seguente la mamma chiama l’ospedale chiedendo notizie della figlia e l’ospedale risponde che la ragazza è stata dimessa alle 2 di notte. Così Francesca chiama i carabinieri che la invitano a contattare gli assistenti sociali, contattarli di domenica…
Francesca è in agitazione fino a quando non arriva la telefonata della stessa Jasmine da un altro numero, visto che le era stato anche sequestrato il telefono ( perché? ). Durante la chiamata riferisce che si trova alla comunità Repubblica Dei Ragazzi, e che era stata portata lì dall’assistente sociale. A questo punto la madre contatta l’avvocato, Celeste Antenni (difensore d’ufficio di Jasmine), che accusa il genitore di aver abbandonato la propria figlia, cosa che, naturalmente, lascia perplessa e sbalordita Francesca.
La madre telefona, allora, all’assistente sociale, ma qui succede qualcosa che ha dell’incredibile per non dire dell’illegale: l’assistente riferisce alla madre che ( non si sa tutt’ora da chi) era stata contattata e avvisata alle 2 di notte, ma,che lei si era rifiutata di andare a prendere la figlia.
Francesca minaccia la denuncia con i tabulati telefonici e l’assistente ripiega tranquillizzando la madre con dolcezza affermando che, non ci fosse nulla di verbalizzato, ma, in tutto questo, evita di dire dove si trova la figlia.
Ricordiamo che a Jasmine era stato tolto il telefono proprio dall’assistente sociale, infatti venivano autorizzate solo telefonate controllate, una volta al giorno, tuttavia lei riesce a contattare la mamma di nascosto.
Il 7 febbraio 2020 arriva il secondo decreto dove viene tolta la genitorialità a Francesca e al marito, motivando la decisione del tribunale minorile, con “CONFLITTI FAMILIARI”
Dobbiamo qui, far presente che, proprio gli assistenti sociali, avevano giudicato i coniugi inadatti come tutori, sia per le loro rispettive differenze culturali, essendo lei cattolica e lui musulmano, sia identificando il padre come figura assente, in contraddizione col fatto che il papà provvede largamente alla famiglia, sia versando mensilmente somme di denaro pari a 3000 euro e sia giunto in Italia in due diverse occasioni, aggiungiamo anche che Jasmine e il papà hanno un bellissimo rapporto.
Jasmine fugge dalla Repubblica Dei Ragazzi, torna a casa, ma viene recuperata il giorno dopo, e portata al Bambin Gesù per ANALISI, motivate con il fatto che era stata fuori dal centro (perché è stata sottoposta ad analisi se non ha nemmeno problemi di tossicodipendenza?) e si ritrova al reparto intensivo psichiatrico.
Dopo tre giorni la madre riesce a vedere la figlia ma la ragazza a stento riconosceva la mamma, perché ( stando a quanto riferisce proprio Francesca ) le erano stati somministrati ( chissà quanti e/o chissà quanto forti ) farmaci.
C’era, appunto, anche il papà di Jasmine che viene allontanato perché parla in inglese.
L’adolescente viene trasferita a Villa Armonia (Roma) struttura ugualmente intensiva, psichiatrica, dove, finalmente, un medico capisce e afferma che Jasmine non ha questi problemi e che non può stare chiusa in una stanza così piccola ( queste erano le condizioni in cui si trovava ), la ragazza rischiava di ammalarsi davvero. Nonostante il parere positivo di questo medico, si è dovuto continuare la terapia per volontà dello psichiatra di Civitavecchia, dott.ssa Simona Pennacchia.
Il 30 aprile Jasmine viene trasferita a Villa Chiara di cui il dott. Parisi è direttore e psichiatra.
Intanto l’avvocato Carlo Priolo diventa il legale di Francesca e si presenta alla struttura chiedendo immediatamente spiegazioni, viene anche convocata Francesca per un colloquio,e cosi l’Avvocato Priolo riesce a far ridurre le medicine a Jasmine , e un paio d’ore in piu’ a settimana puo’ vedere la mamma.
Sabato 27 giugno Jasmine reagisce alle provocazioni di una ragazza di vent’anni, ospite della struttura, per questo motivo, i medici si sentono autorizzati ad alzare di nuovo le dosi dei farmaci, le viene anche detto dai sanitari che sarebbe tornata al Bambin Gesù, così Jasmine , esasperata, si ribella e fugge.
Telefona alla madre ma dice che non torna a casa perché ha paura di essere trovata e ripresa nuovamente, così si ritrova a passare la notte, da sola, in giro per Roma.
Siamo ora al 30 di giugno, di pomeriggio la ragazza si presenta a casa ed è qui che, come previsto, viene ancora sottratta alla madre e portata proprio all’ospedale Bambin Gesù di Roma dove grazie al grido di aiuto dell’avvocato Priolo sono accorsi molti cittadini romani e non, stanchi di queste situazioni. La presenza di molti cittadini fuori dalla struttura ospedaliera ha creato una situazione di “allarme” che ha portato all’intervento dei Carabinieri che si sono limitati ad osservare il sit-in di decine e decine di cittadini che chiedevano spiegazioni.
Sono accorsi alcuni giornalisti e alcuni free-lance che hanno documentato quanto accadeva creando un tam tam mediatico che ha portato alla luce questa situazione, una delle migliaia esistenti, agli occhi di tutta Italia.
Da tutta Italia sono giunti messaggi di solidarietà e sostegno alla famiglia e di contrarietà verso quelle istituzioni che permettono simili scempi e il popolo, fino ad ora silente, ha iniziato ad alzare la testa offrendo totale disponibilità di ogni tipo e forma.
Ma purtroppo Jasmine è stata nuovamente trasferita alla struttura da dove era scappata per maltrattamenti,e,nonostante fosse stato assicurato al perito psicologo della famiglia, dott.ssa Palmieri, che la ragazza sarebbe stata trattenuta nella struttura ospedaliera ciò non avveniva.
Dopo il trasferimento alla struttura , il 7 Luglio Jasmine si allontana e scompare.
Dov’e’ finita Jasmine ? Aiutateci a trovarla