Francesco Bellina / Twitter / Mediterranea
La nave Jonio
Una nave di trafficanti di esseri umani secondo Matteo Salvini. Di bugiardi, secondo la guardia costiera libica. Fatto sta che alla vigilia del voto in Senato sull’autorizzazione a procedere nei confronti del ministro dell’Interno sul caso Diciotti, si apre una vicenda che ne sembra la fotocopia. Ha per protagonista una nave, la ‘Mare Jonio’, che porta le insegne della ong Mediterranea Saving Humans e ha sbarcato a Lampedusa 49 migranti soccorsi lunedì e che secondo il capo missione Luca Casarini “erano provati”.
La nave è entrata nel porto di Lampedusa dopo 12 ore di attesa al largo dell’isola. La procura di Agrigento ha aperto un’inchiesta per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, al momento contro ignoti e le Fiamme gialle hanno sequestrato l’imbarcazione dalla quale sono stati fatti sbarcare i migranti.
“Arrestateli”, chiede Salvini
Salvini ha chiesto l’arresto dell’equipaggio. “E’ certo che questa imbarcazione non abbia soccorso navi che rischiavano di affogare ma sia inserita in un traffico di esseri umani, organizzato, programmato e concordato. Conto quindi che nelle prossime ore arrivi dall’autorità giudiziaria quello che consegue a chi viola la legge”.
E la Procura di Agrigento ha già fatto la sua parte, aprendo un fascicolo a carico di ignoti per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Per Salvini, però, i reati sono più di uno. “Il primo reato è di aver ignorato per due volte l’alt della Guardia di Finanza, poi sono passati di fronte a Malta senza dire nulla, ci sono tracce evidenti di contatti con altri soggetti”.
Per il ministro “quello che parla a nome di questa nave è un pregiudicato dei centri sociali. Il presunto salvataggio di questa nave gestita dai centri sociali era organizzato da giorni”. “Hanno messo a rischio 50 vite – ha aggiunto – se le recuperi davanti alla Libia e invece di portarli lì, in Tunisia o a Malta lì porti a Lampedusa che è più distante. Metti a rischio la tua vita e quella degli immigrati che dici di aver salvato per fare propaganda politica. La cosa squallida – ha concluso – è che provano a farsi passare per buoni quelli che mettono a rischio la vita delle persone”.
Il punto di vista dei libici
La nave non ha avvisato Malta. Ha disobbedito alle indicazioni della guardia costiera libica. Un comportamento che dimostra, secondo il Viminale, il chiaro intento di voler portare in Italia immigrati clandestini. Nelle ultime ore, a conferma che la presenza di navi Ong è un incentivo alle partenze, si sarebbe verificato un naufragio davanti alla costa di Sabrata.
La Guardia costiera libica era “a cinque miglia dal gommone in panne ed era in grado di recuperare in sicurezza tutte le persone a bordo. L’intervento della nave dell’Ong Mediterranea non era necessario ed è stato pretestuoso” ha detto all’Agi il portavoce della Guardia costiera libica, Ayoub Qassem. “Non comprendiamo perché abbiano voluto prendere loro i migranti, a ogni costo, pur essendo in acque libiche”, aggiunge. “Alla nostra richiesta di chiarimenti hanno spiegato che i migranti si trovavano in una situazione di pericolo ma questo non è vero, non si è trattato di un naufragio ma solo di un guasto al motore”, continua l’ammiraglio Qassem.
La motovedetta della Guardia costiera libica “è rimasta poi a distanza perché a quel punto i migranti per non tornare in Libia avrebbero messo a rischio la loro vita e quella dell’equipaggio”, conclude Qassem che accusa le Ong di ostacolare le operazioni di salvataggio per “interessi certamente non umanitari”.
La Mare Jonio è ancorata a ridosso dell’isola di Lampedusa per ripararsi dal maltempo. La diretta di @Repubblica #SavingHumans https://t.co/9lIE8aqTXu
— Mediterranea Saving Humans (@RescueMed) 19 marzo 2019
Il sindaco: “A Lampedusa gli sbarchi continuano”
“Il porto è aperto, non ci sono cannoni puntati”. Lo dice all’Agi il sindaco di Lampedusa Totò Martello, che ricorda che sull’isola gli sbarchi non si sono mai fermati. “È stato autorizzato l’ancoraggio? Non lo capisco… perché non entrano?”, chiede Martello. Il governo non si è fatto vivo, come sempre, e neppure la nave. Noi siamo qui e il porto resta aperto”.
Il sindaco di Lampedusa ha poi affermato a Radio Capital che “tutti gli sbarchi che ci sono stati nel 2019 sono entrati direttamente nel porto, sono scesi, e poi sono stati raccolti per essere portati nel centro d’accoglienza”. Da Guardia Costiera e governo, ha aggiunto Martello, “non sono arrivate indicazioni. Da due anni siamo stati cancellati dalla geografia politica del governo italiano. Ci autogestiamo completamente”.
“Dieci giorni fa”, ha raccontato il sindaco, “ci sono stati due sbarchi con 50 persone. Arrivano con barchette in legno con il motore fuori bordo, direttamente nel porto di Lampedusa. Quando arrivano, la barca viene sequestrata, mettono anche la data dell’arrivo. Quindi chi non crede che a Lampedusa ci sono sbarchi, può venire e fare le fotografie alle barche. Come si fa a dire che in Italia non ci sono più sbarchi?” si è chiesto il sindaco? “Allora Lampedusa non fa più parte dell’Italia. C’è qualcuno che si spaventa a nominare Lampedusa, perché vuol dire parlare di accoglienza e sbarchi, e questo fa male mediaticamente”.
il Viminale replica: “Contabilizzati anche i microsbarchi”
Il Viminale ha replicato sottolineando che sibi162 persone sbarcate a Lampedusa dall’inizio dell’anno a oggi. Nel 2018 sono state 3.468. Si tratta di numeri che sono compresi nella statistica quotidianamente pubblicata sul sito del ministero dell’Interno e comprendono tutti gli arrivi anche con imbarcazioni di fortuna, i cosiddetti “microsbarchi”. Sono numeri ufficiali, verificati e che si basano, fa notare il Viminale, sull’attività svolta quotidianamente dalla Polizia di Stato. “È peraltro singolare – sottolinea ancora il ministero – immaginare che su un’isola si possano verificare arrivi senza che gli stessi vengano verificati e subito contabilizzati”.
Un nuovo caso Diciotti?
“Non sarà un nuovo caso Diciotti”. Lo ha affermato il vicepremier Luigi Di Maio sulla nave Mare Jonio che si trova vicino a lampedusa con 49 migranti a bordo. “Questa ong da quello che sembra non ha rispettato le regole, ha disobbedito alle direttive della Guardia costiera libica decidendo di prendere a bordo questi migranti. La novità è che questa ong batte bandiera italiana. Questo può essere un modo per far rispettare meglio le regole. In queste ore vogliamo verificare come far rispettare le regole a questa ong che per la prima volta batte bandiera italiana”.
Conte invita a “non strumentalizzare le singole emergenze”
Tiene a precisare, in premessa, che “il governo non si è mai sottratto all’interlocuzione con queste Aule per quanto riguarda la politica sull’immigrazione” e si richiama a “un’articolata posizione” osservando che “può piacere o non piacere, ma siamo portatori di una politica sull’immigrazione strutturata, multilivello, che abbiamo addirittura presentato ufficialmente a Consiglio europeo e ci siamo battuti perché fosse affermata, la ritrovate riassunta per buona parte nelle conclusioni del giugno scorso”.
Giuseppe Conte prende dunque la parola con un preambolo che risponde al fuoco di fila delle opposizioni sulla nuova emergenza migranti, che cambia per alcuni minuti l’agenda dedicata alle rituali comunicazioni del presidente del Consiglio in vista del Consiglio europeo.
“Coerentemente questo governo si sta battendo e io personalmente ogni volta che ne ho l’occasione mi batto e mi batterò sempre, perché la politica dell’immigrazione, che preferisco articolare meglio in regolazione e gestione dei flussi migratori sia affrontata in modo strutturale e non emergenziale”, è dunque la messa a punto del presidente del Consiglio.
“Di fronte alla singola emergenza – richiama Conte – tutti quanti siamo in difficoltà, anzi pregherei tutti ad impegnarci a non strumentalizzare il singolo caso, perché di fronte all’emergenza siamo tutti perdenti”. Parole tanto pacate quanto ferme, accolte con un applauso dalla maggioranza.
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